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AMLETO DEL BALLETTO. Il Teatro alla Scala ripropone Giselle

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E’ il 28 giugno 1841 quando, al Thtre de l’Academie Royale de Musique (Opra di Parigi), va in scena per la prima volta il balletto in due atti Giselle, che sugella invece la stagione 2016 del Teatro alla Scala di Milano. Con nove messinscene, infatti, il balletto accompagner la chiusura della stagione dal 4 al 28 Ottobre 2016.

Diretti da Patrick Fournillier e coreografati in questa versione da Jean Coralli e Jules Perrot, les etoiles Svetlana Zakharova (Giselle) e Roberto Bolle (Albrecht) ancora una volta risultano perfetti nelle loro interpretazioni, ottenendo quello che la curatrice delle riprese cinematografiche Yvette Chauvir tanto desiderava: lapparenza di un respiro ad ogni passo.

Il virtuosismo diGiselleconsiste nel rendere invisibile la tecnica. Ho studiato ogni possibile evoluzione coreografica []Quando danzavo, la mia ossessione era quella di far dimenticare la carnalit dei piedi sempre troppo umani, ai quali bisognava dare lapparenza di un respiro– dice infatti la Chaubvir.

Solarit-oscurit. Vitalit e sensazione cupa di morte. Binomio romantico che, sebbene passati circa centocinquantanni, non smette di appellare ad un vasto pubblico.

Il primo atto un cielo limpido e sereno: la contadina Giselle, innamorata di Loys, danza felice ed esprime la purit del suo amore con movenze leggiadre ed incantevoli. Piroetta dopo piroetta uno slancio d allegria, una danza di gioioso vigore. Fino a quando non scopre la verit: Loys non un contadino ma un ricco aristocratico di nome Albrecht.

Lamore fa male, si dice. Nel caso di Giselle, il tradimento e il sacco pieno di bugie la portano a morire.

Come un battito di ciglia il sipario si chiude e si riapre; il sole tramonta, soffocato dalle tenebre. La danza di Giselle rallenta, fa trattenere il respiro, avvolgendo in un clima di vita sospesa. Un oscuro cimitero e una distesa di tombe di giovani ragazzi promesse spose conquistano tutto il secondo atto, che si chiude con Albrecht condannato ad uno dei mali peggiori: il rimpianto e rimorso di essersi lasciato sfuggire lamore.

Il passaggio non un salto nel vuoto, ma uno shift guidato dal leitmotiv del tragico romanticismo, e accompagnato dai costumi di Aleksandr Benois, influente artista russo. Abiti dettagliatamente grezzi vestono infatti i protagonisti durante il primo atto, rappresentando realisticamente la vita rurale. Tulle leggero e sbarazzino incarnano invece alla perfezione il misticismo del secondo, con quellaria di costumi del ballet blanche che ben si lega a figure mitologiche.

Non resta dunque che lasciarsi guidare dalla perfetta fusione tra danza e musica (composta da Adolphe Adam in brevissimo tempo ma con entusiasmo, ndr), sedersi a teatro e vivere balletto datato ma ugualmente contemporaneo, pieno di inguaribile romanticismo.

Ascoltate la musica e guardate la danza.

http://giornaledelladanza.com/home/2016/09/giselle-suggella-la-stagione-2015-della-scala/

Di Federica Duani

19/10/2016