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IL VORTICE BLOCCATO

15 martedì 2016 visualizzazioni:
Difficile, tremendo, devastante rivivere emozioni forti che riportano situazioni passate nel presente, e spesso affrontarle riga il viso di lacrime.

Ogni anno, ogni mese, ogni giorno, donne soprattutto, ma anche uomini, vengono violentati, mentre passeggiano, parlano, vivono.
Slogan contro la violenza sono all’ordine del giorno, manifestazioni che a gran voce urlano giustizia, cartelloni, consapevolezza che la sfida è ardua, e evitare la violenza sembra un obiettivo impossibile. La chiave è non arrendersi.

Non arrendersi guardando in faccia i due volti nell’affrontare la violenza subita, che si atteggiano in modo così diverso: il silenzio, la paura, il tremore in un angolo buio, lontano; in una solitudine che non fa altro che far costantemente sentire il frastuono della violenza. Dall’altro il coraggio, la voce che prima esce fioca e poi man mano fa vibrare le corde vocali, lasciando che il racconto alimenti la consapevolezza, la voglia di far sapere e non nascondersi.

In Inghilterra e Galles le vittime di violenza sessuale sono undici ogni ora, questo significa che le vittime giornaliere ruotano intorno alle 254. Cifre che non si possono sentire, che il volto rigato lo lasciano a ciascuno.

A partire dai dati, da quello che rende la tematica ogni giorno sempre più grave, Alice Pascoletti ed Elisa Iannacone hanno creato “The Spiral of Containment: Rape’s aftermath” (“Il vortice bloccato: Le conseguenze della violenza sessuale”), progetto che vede protagoniste vittime stesse di violenza e fotografie.

Si tratta di un’istallazione fotografica composta da venticinque fotografie sviluppate attraverso uno shooting fotografico e si propone di affiancare le vittime durante il processo di guarigione, facendole comunicare verso l’esterno  e non chiudersi come un riccio pungente.

L’attenzione viene catturata dal progetto in modo completamente nuovo, comunicativo e coinvolgente. I soggetti delle fotografie sono vittime di violenza sessuale, che hanno aderito al progetto nella difficoltà di riversare ad ogni scatto emozioni, uscenti da ferite che probabilmente mai si chiuderanno.

La piattaforma Kickstarter (sito web di crowdfunding per progetti creativi, ndr) è fondamentale per la realizzazione di questo progetto itinerante, offrendosi come  piattaforma di raccolta fondi per sovvenzionare i costi dell’istallazione, quali location, sceneggiature, comparse, professionisti e la realizzazione di un libro.

Ogni contributo è fondamentale, e ciascun donatore riceverà una copia delle creazioni messe a disposizione degli ideatori del progetto oppure può decidere di rimanere nell’anonimato.

Aspettando un’istallazione anche in Italia un grande grazie va a tutti coloro che hanno attivamente contribuito, a chi ha deciso di informarsi e in particolare alle artiste ELISA   e ALICE, senza le quali il progetto non avrebbe preso vita.

 

di Federica Duani
15/11/2016