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JASPERS “Siamo ragazzi di oggi… ma i selfie allo specchio non fanno per noi!”

26 giovedì 2017 visualizzazioni:

Oggi la redazione di Bella.it, ha incontrato e intervistato per voi, un gruppo musicale in ascesa tra i giovani.

Per introdurvi la band dei Jaspers, utilizzerò una loro citazione, che credo renda perfettamente idea di chi sono :“Quando un gruppo di musicisti di talento si incontra nascono dischi, quando un gruppo di registi, sceneggiatori, scrittori si incontra nascono film, storie, romanzi o cartoni animati. Nel caso dei Jaspers, è come immaginare l’incontro di tutte queste categorie, nato nelle sale e nei corridori di CPM e unito da un grande lavoro di disciplina.”

Dopo “Mastica”, uscito lo scorso settembre, a quattro anni dal primo album “Mondocomio” e a tre da “In fondo al mar”, i Jaspers lanciano un nuovo singolo frutto della collaborazione con Cass Lewis, bassista e fondatore degli Skunk Anansie.

Un ritorno attesissimo, preceduto da un periodo di intensa attività live con uno degli show più esplosivi in circolazione, che ha segnato una crescita e maturazione artistica della band: “Mr Melody, che ha subito scalato la vetta delle principali classifiche, è una miscela di rock e dance, con una spolverata di influenze anni ’80, che strizza l’occhio con ironia a un mondo patinato e frivolo di star egocentriche.

Passiamo quindi a loro….

Come nasce il vostro nuovo singolo “Mr Melody”?

Come tutte le nostre canzoni anche “Mr. Melody” è nata nella nostra sala prove. Quando l’abbiamo fatta sentire a Cass Lewis gli è subito piaciuta e abbiamo cominciato a lavorarci insieme. Il giorno dopo è arrivato dicendo che aveva visto il videoclip di un gruppo italiano talmente patinato che credeva fosse una parodia. Quando invece ha scoperto che era tutto vero, ha avuto l’idea di spingerci a scrivere un testo che parlasse di quel mondo. E così è stato. Una volta finita la stesura siamo andati a registrare in studio dal Maestro Diego Maggi che ha aggiunto la sua visione al pezzo, dandogli la forma attuale.

Vanità ed egocentrismo sono i temi portanti del singolo,  cosa vi ha spinto a trattare questi tema?

Come detto prima è stato un suggerimento di Cass, che abbiamo colto al volo perché sicuramente attuale ed interessante. Ci ha dato spunto per trattare ancora una volta un aspetto della società odierna, con il nostro approccio volendo critico, soprattutto ironico ed autoironico.

L’apparire come valore assoluto a discapito di tutto il resto: vi sentite presi in causa da questo meccanismo?

Non ci sentiamo presi in causa. Per noi il meccanismo funziona al contrario: visto che abbiamo una voglia sfrenata di comunicare con la nostra musica e di raccontare il nostro mondo, abbiamo bisogno di apparire e di metterci in gioco per poterlo fare.

La vanità  è donna,  ma approda prepotentemente nell’era 2.0 nell’universo maschile… come spiegate questa tendenza?

La vanità, come il narcisismo, è sempre appartenuta sia al sesso femminile sia a quello femminile. Il mondo cambia continuamente è quindi anche la vanità si dimostra in forme diverse, avendo anche maggiori strumenti per palesarsi, ma la scintilla alla base è sempre la stessa e con l’esplosione di internet e dei social viene ad essere spesso esasperata.

Anche voi patiti dei selfie davanti lo specchio  ?

Sinceramente è un mondo che non ci appartiene molto, siamo tutti ragazzi un po’  “atipici” da questo punto di vista. Ovviamente siamo sempre presenti sui social e sul web per promuovere il progetto, ma senza arrivare ad esagerazioni malsane.

Da sempre vi differenziate nel mercato discografico per scelte artistiche originali e sopra le righe, la provocazione è nella vostra natura?

Ci piace giocare e divertirci, e la musica è un mezzo perfetto per farlo. L’obiettivo non è per forza quello di provocare, ma di esprimere qualcosa di personale ed originale.

Cass Lewis: com’è stato collaborare con un pilastro della musica?

Tutti abbiamo sempre ascoltato e ammirato gli Skunk Anansie. Incontrare e conoscere Cass è stato emozionante, e lavorare con lui è stato un privilegio. Abbiamo passato insieme molte giornate in studio e in saletta a lavorare sui pezzi e ci ha sempre trattati con rispetto e con il sorriso, un’esperienza davvero fantastica.

Quanto ha influenzato la vostra evoluzione artistica il collaborare con lui nel contesto londinese?

L’esperienza di Londra è stata molto stimolante per vari motivi, il contesto sicuramente è stato fondamentale. Ciò che conta sono comunque le persone e quando si lavora con le persone giuste  nel giusto contesto non si può che vivere una esperienza importante sia dal punto di vista personale che professionale.

La scelta di cantare in inglese rappresenta la volontà di volervi affacciare al mercato internazionale?

È stata una scelta nata un po’ per caso. Eravamo con Cass e abbiamo cominciato a scrivere in inglese. Visto che il pezzo suonava bene abbiamo deciso di tenerlo così, anche come ricordo simbolico di quell’esperienza. Se poi ci dovesse aprire un varco per il mercato internazionale sarebbe un bellissimo regalo!

Attualmente state partecipando a Musicultura, il Festival per la canzona popolare e d’autore, come sta andando questa esperienza?

Ci siamo iscritti all’ultimo e senza troppe aspettative, quindi la notizia di aver passato la prima selezione è stata ancora più sorprendente. Ora ci stiamo preparando perché il 10 febbraio suoneremo a Macerata per la seconda fase. L’ingresso è libero perciò chi volesse venire a sostenerci è il benvenuto!

Progetti in cantiere?

Sono in arrivo nuovi brani, altrettanti remix e, ovviamente, una nuova ondata di live.

www.jaspersofficial.com

Di Isabella Colombo

265/1/2017