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Alla Triennale, il Design è Donna.

19 mercoledì 2016 visualizzazioni:

La Triennale di Milano ospita la mostra W.Women in Italian Design

La questione femminile e della parità dei sessi ha sempre trovato ampio spazio nel dibattito sociale, familiare e culturale. Tutte le epoche hanno visto la contrapposizione tra la cosiddetta “donna del focolare”, che si prende cura della famiglia, cucina un pasto caldo e presta amorevoli attenzioni a marito e figli, e la “donna progresso”, in carriera, open-minded e sempre in fase di miglioramento.

Un approccio multidisciplinare è stato rivolto dagli studi di genere verso i significati socio-culturali della sessualità, intercalandola in quella che viene considerata come identità di genere. Ha senso che la teoria del genere neghi la differenza donna-uomo con la pretesa di uguaglianza? Ha senso che la questione sia costantemente dibattuta e ripetuta? La verità è che lo spettro di discussione è ampio, l’approfondimento richiederebbe pensieri filosofici e sicuramente più approfonditi di qualche riga.

Tuttavia non solo a livello teorico si discute in materia di gender: il ‘900 ha fatto gridare l’ideologia femminile attraverso diverse forme, una di quelle è il design.

Margherita Palli è una costumista e scenografa italiana, nata a Mendrisio nel 1951. Silvana Annichiarico è architetto, svolge attività di ricerca, critica, didattica e professionale. Dal 2007 è direttrice della Triennale di Milano, aprendo il mondo sul museo mutante, che non guarda solo al passato ma rimane aperto verso il futuro e verso il mutamento. La collaborazione di queste due donne ha fatto così fiorire “W.WOMEN IN ITALIAN DESIGN”, mostra in corso alla Triennale di Milano fino al 19 Febbraio 2017. La cura della Annichiarico e l’allestimento creativo della Palli, hanno dato spazio a protagoniste che hanno segnato il ‘900 (tra le tante Gae Aulenti, Cini Boeri, Lina Bo Bardi, Patricia Urquiola…) omaggiando il contributo del genere femminile nel design.

Intrecciare, Proteggere, Procreare, Rappresentare e Riflettere. Impossibile non avere impresse nella mente questi cinque verbi, attivi, propositivi, poiché accompagnano il visitatore per tutta la mostra rendendolo estasiato dalle opere esposte. L’esposizione non segue un ordine di nome del creatore ma di idee, in base alle soluzioni proposte dalle designer.

La mostra non si pone l’obiettivo di difendere ideologicamente le donne con cliché ripetutamente sentiti, ma apre la porta e lascia entrare una brezza fresca, un’aria di rinnovamento. Lascia che la creatività tutta al femminile non taccia, ma giochi con tessuti, plastica, vetro, legno ed ogni materiale pensato.

Spontaneità, ironia di sfida e serietà ridente si fanno protagonisti di questa esposizione, inserita come importante interpretazione del Design after Design, titolo della XXI Esposizione.

Una scia di Design al femminile è pronto a fare faville, basta lasciarsi ispirare.

www.triennale.org

Di Federica Duani

19/10/2016

Gatti per tutti

19 mercoledì 2016 visualizzazioni:

Noi di Bella.it amiamo tutti gli animali, ma oggi siamo qui per parlarvi di gatti.

Abbiamo scovato le razze più belle e particolari per voi! Ecco la nostra TOP 5:

IL GATTO DELLE FORESTE NORVEGESI

Un gattone nel verso senso della parola! Il gatto delle foreste norvegesi o Norsk Skogkatt è di misura XL (il maschio può arrivare agli 8 kili e la femmina a 5 e mezzo) e molto peloso, il suo pelo ha un doppio strato che forma crescendo una gorgiera, una criniera completa e pantaloncini sulle zampe posteriori. È di costituzione robusta e non ha problemi di salute importanti. Vi ammalierà con i suoi occhioni verdi e le orecchie pelose simili a quelle di una lince oltre che con il carattere docile e amabile che si ritrova; infatti a dispetto della sua dimensione è un gatto di casa che adora giocare sia con bambini che altri animali (per non parlare dell’acqua! Lo fareste il gatto più felice del mondo.

SCOTTISH FOLD

Sul mondo virtuale è conosciutissimo, ma non nel mondo reale europeo purtroppo. Caratteristica che salta subito all’occhio sono le orecchie piegate in avanti che insieme al muso rotondo e gli occhioni da “Gatto con gli stivali” ci fanno subito venire voglia di averne uno. Non tutti i cuccioli crescendo rimangono con le orecchie piegate, alcuni le drizzano e per questo la razza è molto rara ancora. Il pelo è corto e morbido (sembra un peluche) e si può trovare in tutte le varietà di colore. Ha un carattere dolce e si lega molto alla famiglia. Non è un gatto combina guai ma ha una piccola mania: adora gli oggetti piccoli! Spesso li rubacchia e li nasconde nel suo posticino segreto; quindi se non trovate degli orecchini sapete chi li ha presi.

MUNCHKIN CAT O GATTO BASSOTTO

Ancora inesistente in Italia questo gatto è stato trovato per caso negli Stati Uniti e da allora allevato lì e in Francia.La prima cosa che ci viene in mente di fare guardandolo è ridere per il suo aspetto buffo. Ha delle zampe cortissime che ai nostri occhi lo fanno sembrare strano, ma è nato così e questa volta non c’è stata la ricerca dell’uomo. Si può trovare con tutti i tipi di pelo sia per lunghezza che colore e non ha bisogno di cure particolari. Anche se è “basso” è molto agile, un chiacchierone e adora giocare; in più è anche intelligentissimo e apprezza i giochi di puzzle. Se volete un gatto con cui ridere lui è l’ideale!

RAGDOLL

L’angelo dei gatti!Il gatto ragdoll è stato pensato per essere il più dolce e mansueto dei gatti, infatti è un perfetto gatto di casa. È di taglia XL, pelo lungo o semi-lungo molto morbido che va spazzolato spesso e due occhioni blu. È molto fedele e si affeziona immensamente al suo padrone donandogli la sua totale fiducia; per questo non va bene per chi sta molto fuori casa perché ne soffrirebbe troppo. È molto coccolone e non si staccherà mai di voi, ma sappiate che se gli farete un torto vi metterà il muso per molto tempo. È un gatto bellissimo, ma va anche molto curato sia per quanto riguarda il pelo che l’alimentazione perché essendo molto goloso tende ad esagerare. Nell’insieme però è un angelo di gatto e infatti è uno dei più diffusi al mondo.

EXOTIC SHORTHAIR

Il carlino dei gatti!Incrocio tra il Persiano e l’Americano a pelo corto è l’ideale per chi ama il carattere del persiano ma non vuole o non può perdere tempo a spazzolargli il pelo tutti i giorni. Gatto di taglia media dal carattere vivace e socievole che si trova decisamente a suo agio in casa dove può dividere le sue giornate tra il gioco e la nanna. Con quel pelo corto e gli occhioni sembra anche lui un “Gatto dei  cartoni animati”, senza dimenticarci del pelo corto stile peluche. Naso e occhi vanno puliti con regolarità, ma per il resto tutto bene. Se desiderate un gatto che vada d’accordo sia con bambini che anziani lui è perfetto!

Insomma, a ognuno il suo gatto.

http://passionegatti.it/

 

Di Federica Marino

19/10/2016

 

Crazy cat cafe, un bistrò “da leccarsi i baffi”

19 mercoledì 2016 visualizzazioni:

L’ anno scorso a Milano ha aperto il “crazy cat cafe“, una caffetteria che comprende la cat therapy.
Ormai e’ diventato un luogo che frequentiamo abitualmente sia per la piacevole compagnia che per l’ottimo cibo.
Il locale e’ piccolo ma e’ anche uno dei motivi per cui lo aprezziamo, il clima all’interno e’ molto rilassato e calmo, le luci sono soffuse e la musica in sottofondo ci permette di lasciarci andare.
Il cibo e’ davvero buono e hanno diverse varieta’, dal dolce al salato e la domenica e’ possibile anche gustare il brunch.
Ma i veri protagonisti sono i gatti!
– Patti, bellissima gatta grigia molto dormigliona
– Blondie, la star di casa bianca e nera
– Freddie, sosia di Blondie ma lo riconoscerete subito perché e’ senza un occhietto
– Elvis, l’arrampicatore e giocherellone di casa
– Bowie (il mio preferito), bellissimo e dolcissimo con quegli occhioni azzurri e il nasino che sembra disegnato
– Mina, la tricolore di casa, molto particolare e bella. Tutta da coccolare
– Elton, gattone rosso con la coda da procione. E’ un nuovo arrivato e non vedo l’ora di conoscerlo meglio.
– Jimy, una pantera dagli occhi verdi. Anche lui e’ arrivato da poco e sembra dolcissimo.
Insomma ora non vi resta che venire a conoscerli!

http://www.http://crazycatcafe.it/
Di Federica Marino
19/10/2016

AMLETO DEL BALLETTO. Il Teatro alla Scala ripropone Giselle

18 martedì 2016 visualizzazioni:

E’ il 28 giugno 1841 quando, al Thtre de l’Academie Royale de Musique (Opra di Parigi), va in scena per la prima volta il balletto in due atti Giselle, che sugella invece la stagione 2016 del Teatro alla Scala di Milano. Con nove messinscene, infatti, il balletto accompagner la chiusura della stagione dal 4 al 28 Ottobre 2016.

Diretti da Patrick Fournillier e coreografati in questa versione da Jean Coralli e Jules Perrot, les etoiles Svetlana Zakharova (Giselle) e Roberto Bolle (Albrecht) ancora una volta risultano perfetti nelle loro interpretazioni, ottenendo quello che la curatrice delle riprese cinematografiche Yvette Chauvir tanto desiderava: lapparenza di un respiro ad ogni passo.

Il virtuosismo diGiselleconsiste nel rendere invisibile la tecnica. Ho studiato ogni possibile evoluzione coreografica []Quando danzavo, la mia ossessione era quella di far dimenticare la carnalit dei piedi sempre troppo umani, ai quali bisognava dare lapparenza di un respiro– dice infatti la Chaubvir.

Solarit-oscurit. Vitalit e sensazione cupa di morte. Binomio romantico che, sebbene passati circa centocinquantanni, non smette di appellare ad un vasto pubblico.

Il primo atto un cielo limpido e sereno: la contadina Giselle, innamorata di Loys, danza felice ed esprime la purit del suo amore con movenze leggiadre ed incantevoli. Piroetta dopo piroetta uno slancio d allegria, una danza di gioioso vigore. Fino a quando non scopre la verit: Loys non un contadino ma un ricco aristocratico di nome Albrecht.

Lamore fa male, si dice. Nel caso di Giselle, il tradimento e il sacco pieno di bugie la portano a morire.

Come un battito di ciglia il sipario si chiude e si riapre; il sole tramonta, soffocato dalle tenebre. La danza di Giselle rallenta, fa trattenere il respiro, avvolgendo in un clima di vita sospesa. Un oscuro cimitero e una distesa di tombe di giovani ragazzi promesse spose conquistano tutto il secondo atto, che si chiude con Albrecht condannato ad uno dei mali peggiori: il rimpianto e rimorso di essersi lasciato sfuggire lamore.

Il passaggio non un salto nel vuoto, ma uno shift guidato dal leitmotiv del tragico romanticismo, e accompagnato dai costumi di Aleksandr Benois, influente artista russo. Abiti dettagliatamente grezzi vestono infatti i protagonisti durante il primo atto, rappresentando realisticamente la vita rurale. Tulle leggero e sbarazzino incarnano invece alla perfezione il misticismo del secondo, con quellaria di costumi del ballet blanche che ben si lega a figure mitologiche.

Non resta dunque che lasciarsi guidare dalla perfetta fusione tra danza e musica (composta da Adolphe Adam in brevissimo tempo ma con entusiasmo, ndr), sedersi a teatro e vivere balletto datato ma ugualmente contemporaneo, pieno di inguaribile romanticismo.

Ascoltate la musica e guardate la danza.

http://giornaledelladanza.com/home/2016/09/giselle-suggella-la-stagione-2015-della-scala/

Di Federica Duani

19/10/2016

 

NON PROVATECI CON LA BIONDA

18 martedì 2016 visualizzazioni:

 

Il film “A beautiful mind” racconta John Nash e la teoria del gioco

Grande abilità recitativa di Russel Crowe nel trasformarsi da un giovane studente geniale ad un professore di Princeton, passando attraverso schizofrenia e allucinazioni, elettroshock e reclusioni. Vita reale o fittizia? Quella di John Nash è una vita che combatte contro la pazzia, contro una tanto reale quanto immaginaria minaccia russa per individuare la realtà.

A Beautiful Mind, film del 2001 diretto da Ron Howard e vincitore di quattro premi Oscar, racconta la vita del matematico premio Nobel John Forbes Nash (Bluefield13 giugno 1928–  Monroe23 maggio 2015).

Come lo racconta?

I verdi giardini di Princeton e le aule di lezioni. Progetti di ricerca per conquistare un posto di PhD presso l’università. John Nash, brillante studente, decide di sfidare Adam Smith e la sua teoria di giochi, introducendo quello che diventerà famoso come l’equilibrio di Nash: “Adam Smith va rivisto! …Se tutti ci proviamo con la bionda, ci blocchiamo a vicenda. E alla fine… nessuno di noi se la prende. Allora ci proviamo con le sue amiche, e tutte loro ci voltano le spalle, perché a nessuno piace essere un ripiego. Ma se invece nessuno ci prova con la bionda, non ci ostacoliamo a vicenda, e non offendiamo le altre ragazze. È l’unico modo per vincere.” Lui vince il posto di PhD, osa affrontare Einstein sulla teoria della relatività e la sua vita è tutta in ascesa.

Williamo Parcher, un’eminenza grigia del Dipartimento della Difesa, assume Nash per una missione segreta volta alla ricerca del luogo in cui i russi nascondono la bomba atomica, e l’idea è che i russi comunichino attraverso codici segreti nascosti tra le testate giornalistiche. Nash è così costretto a fuggire dalle sue lezioni tenute a Princeton perché inseguito dai russi, nascondere tutto alla moglie Alicia (Jennifer Connelly, ndr) e può confidarsi solo con lo storico compagno di stanza Charles (Paul Bettany ,ndr).

Ma lo spettatore storce il naso. Perché la piccola nipotina di Charles non cresce mai? Perché l’audience delle lezioni di Nash rimane sbigottita quando fugge? Perché gli studenti lo guardano senza capire? E perché improvvisamente John Nash si ritrova legato ad un letto di ospedale psichiatrico pronto ad essere sottoposto ad elettroshock?

Perché la dolce Alicia, con le lacrime agli occhi è costretta a mostrargli che le lettere non sono mai state aperte, che nulla esiste e lui è malato, schizofrenia. La dolce Alicia stringe i denti, è paziente, cresce il loro piccolo bimbo quasi da sola; ma non smette di credere in Nash e sa come allontanare le allucinazioni: una carezza sul volto, la fiducia, l’amore. Le visioni non scompaiono, ma Nash è più forte e gli psicofarmaci lo aiutano; passano gli anni e i personaggi fittizi iniziano a camminare con lui ma lontani, perché la forza di volontà permette al matematico di tenerli lontani. Gli permette di frequentare di nuovo le lezioni, tornare dietro una cattedra.

Gli permette di stare di fronte ad una platea ricolma, ricevere il Premio Nobel,

Ed ho fatto la più importante scoperta della mia carriera. La più importante scoperta della mia vita. È soltanto nelle misteriose equazioni dell’amore che si può trovare ogni ragione logica. Io sono qui grazie a te. Tu sei la ragione per cui io esisto. Tu sei tutte le mie ragioni.

Così ringrazia Alicia, così saluta il suo pubblico, dando a ciascuno una ragione tra mille per sorridere.

Link trailer film: https://www.youtube.com/watch?v=CLKH9GIJIbw

Di Federica Duani

18/10/2016

 

 

Ciao Dario!

18 martedì 2016 visualizzazioni:
Dario Fo, personalità incontenibile, artista poliedrico, giullare della cultura italiana, ha combattuto per i suoi valori fino all’ultimo.

Egli era un artista che, attraverso la sua intera opera, ha lavorato battendosi contro l’affermazione secondo cui “la cultura dominante è quella della classe dominante”, motivo per cui nel 1997 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura.

Insieme alla compagna Franca Rame egli ebbe il coraggio di allontanarsi da quello che lui definiva “teatro borghese” per portare i loro spettacoli in luoghi non convenzionati, come fabbriche occupate, piazze, case del popolo e carceri.

Dario Fo, quando si appassionava ad una storia, per prima cosa conduceva un’inchiesta approfondita per acquisire lui stesso tutte le informazioni necessarie in modo da trasmetterle fedelmente agli altri. Il suo modo di concepire la narrativa non era mai limitato; si allargava anzi a tutte le forme artistiche cui amava attingere.

Il 20 settembre scorso Fo aveva presentato a Milano il suo ultimo libro, Darwin, dedicato al padre dell’evoluzionismo; in estate il rifugio creativo di Fo e della moglie aveva esposto dipinti, opere grafiche, bassorilievi, sculture e pupazzi creati dall’artista e accompagnati da testi collegati al suo ultimo libro.

La sua moltitudine di abilità – scrittore, attore, pittore, regista, politico e molto altro ancora – lo ha reso il più grande e famoso artista italiano dei tempi moderni.

Di Selene Veronelli

18/10/2016