Ristretto, shakerato, caffelatte, marocchino o schiumato? Guarda tutti i toni della moka nella nuova collezione di smalti Essie…. Colori tenui, eleganti, setosi e talvolta golosi, per vestire le mani e i piedi con tutte le sfumature della bevanda più amata dagli italiani…
A cura di Ludovica Bonini
4/1//2015
Ci sono donne che fumano il sigaro. Ci sono donne nei consigli di amministrazione dei più importanti gruppi aziendali nazionali e internazionali; ci sono donne, molte donne, peraltro anche giovani e brillantissime, che ricoprono ruoli chiave nella compagine di governo. Ci sono persino donne astronauta e pilota; segno inequivocabile del fatto che le donne sono in grado di rivestire qualsiasi posizione sia a livello sociale che lavorativo. Bene, molto bene. Decenni di lotte per la rivendicazione dei diritti femminili hanno avuto e stanno avendo i loro frutti. Tuttavia, oggi non parleremo di queste donne. Ma, in un certo senso, proprio del contrario.
Oggi parleremo di quelle donne che, in una società in cui ricoprire ruoli maschili è pratica particolarmente ambìta e in un certo qual modo generalmente letta come sintomo e forse simbolo di riscossa sociale, hanno compiuto una scelta che va nella direzione diametralmente opposta.
Irina (nome di fantasia n.d.r.) è italiana da sempre (il nome scelto è volutamente dell’Est, perché alla fine tutto il mondo è paese); è bellissima, alta, bionda, con la schiena “a V” e due magnetici occhi verdi. Quel tipo di donna talmente bella che, se solo volesse, senza troppi sforzi potrebbe fare più o meno qualsiasi cosa; potrebbe fare la ragazza immagine (sembra paghino ancora discretamente), potrebbe fare la hostess a fiere e convegni, prestare il volto a spot pubblicitari e, ebbene si, scegliere un buon partito, sposarlo e farsi mantenere nel benessere e nel lusso.
Potrebbe davvero fare ciò che vuole; è giovane, bella e brillante.
F
orse proprio per questo rimango colpito quando una sera, a casa di un amico che Irina ha sposato ma che è tutto fuorché benestante, mi dice una cosa tipo “mio marito non ha mai nemmeno dovuto alzarsi per prendere un bicchiere d’acqua; in casa faccio tutto io”. “lui lavora, porta a casa i soldi, e della casa mi occupo io; tra di noi è così”. In tempi come questi, è una frase che suona veramente controcorrente; ma ciò che mi ha davvero colpito non è tanto la frase in sè, ma l’orgoglio con la quale è stata pronunciata. Irina ha scelto, consapevolmente e felicemente, di essere moglie, madre di due figli (e di un Labrador), di vivere in un dignitoso ma non certo lussoso trilocale di periferia, ex casa popolare poi privatizzata, andandosene dalla propria città per seguire quello che sarebbe diventato il marito. Irina cucina, fa un mucchio di lavatrici, stira, e due volte al giorno infila un grembiule per preparare pranzo e cena per la famiglia. Poi va a dormire e il giorno dopo ricomincia. In una società come la nostra, fatta di carriere e di ambizioni, una storia come questa sembra un retaggio di altri tempi.
Ma quando ti racconta la sua vita Irina sorride, ha gli occhi grandi, e non dà nemmeno per un secondo l’idea di qualcuno che è stato trascinato in una vita che non voleva, di chi si è accontentato. Irina è dove vuole essere perché l’ha cercata questa vita, ha scelto la famiglia, l’amore. E’ orgogliosa di essere una donna “all’antica” come dice lei. Ed è proprio dalla fierezza con la quale difende un ruolo se vogliamo d’altri tempi, quasi perduto nelle storie dei nonni, da quegli occhi che ti guardano dritti negli occhi e da quel sorriso sincero, che nasce l’enorme rispetto che suo marito, io, e ogni uomo che incontra Irina e tutte le Irina del mondo, le riconoscono. L’orgoglio di essere la donna “di una volta”.
Come ha detto una grande scrittrice, “la straordinarietà delle donne, la loro forza, sta nella quotidianità”.
Buona settimana.
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3/11/2015
Look tutto da copiare dall’avvocato più trendy che c’è!
In America, ad ogni foto di Amal Alamuddin Clooney si esclama: “Stunning” (stupendo!). Eh già, perché la signora Clooney, 37 anni, oltre ad essere la regina del foro, è anche la regina delle tendenze, della maisons, e del buon gusto. È il classico esempio di come una donna deve vestire, classica e mai banale nelle occasioni ufficiali, e super chic con picchi di colore durante il tempo libero. Tra eventi hollywoodiani e opulente cene, Amal ama camminare mano nella mano con quel ragazzolone di George ma nella mano libera, ama ancor di più sfoggiare gli ultimi modelli di bags e pochettes provenienti dalle passerelle più blasonate del mondo.
Abbiamo preso una foto risalente al febbraio 2015 in occasione di San Valentino, un po’ antica direte voi, in realtà no, non lo è, poiché quello che ha indossato in anteprima Amal, è ora nelle luccicanti boutique del mondo, come quel paio di Ankle Boots pitonati di Gucci dal taglio anni ’70 e la mantella di Saint Laurent con le frange, considerata un vero must-have per l’autunno-inverno 2015/16.
di Ludovica Bonini
2/11/2015
Le mummie sono uno dei “personaggi” e travestimenti preferiti per la sera di Halloween. Già due anni fa feci delle mummie sottoforma di pizzetta, con occhi di oliva nera, e riscossero grande successo.
Stavolta è toccato ai muffin, ma ho dovuto utilizzare per la prima volta nella mia vita la pasta di zucchero. Pensavo di gestirla meglio, avendo fatto in passato moltissimi lavori in Fimo, ma essendo una consistenza differente e non avendone io contezza, avrei preferito disossare un pollo. Le mani mi tremavano come budini, e difatti i risultati si vedono…ma in fondo tutto deve fare anche un pochino schifo ad Halloween, o no?
Per fare questi muffin mummia, utilizzate la base per muffin al cacao che ho descritto nella ricetta dei cupcakes cimitero, e decorate con bende in pasta di zucchero bianca ed occhietti di zucchero.
INGREDIENTI
Per 8/10 muffin al cioccolato
200 gr di farina tipo 00
80 gr di cacao amaro in polvere
1 cucchiaio di gocce di cioccolato fondente
160 gr di zucchero semolato
mezza bustina di lievito per dolci
2 uova
45 gr di olio di semi
150 ml di latte tiepido
Per il topping
Pasta di zucchero bianca
gelatina alimentare neutra
occhi di zucchero
PROCEDIMENTO
Come si procede di solito per la preparazione dei muffin, in due ciotole separate si formano i due composti, secco e umido, e si uniscono, mescolando poco in modo da ottenere un composto non perfettamente liscio.
Preriscaldare il forno a 200°C in modalità statica, versare 2 cucchiai di composto in ciascun pirottino (le dosi sono per 8, max 10 muffin) e cuocere in forno già caldo per circa 17/20 minuti, facendo la prova cottura interna con uno stecchino.
Lasciar raffreddare su una gratella.
Nel frattempo, stendere la pasta di zucchero con un mattarello non tropppo sottile e con un coltello molto affilato, io ne utilizzo uno di ceramica, ricavare delle bende.
Spennellare la parte sottostante delle bende con gelatina neutra e sistemare a mò di fasce della mummia sul muffin. Lasciare uno spazio centrale dove attaccare gli occhi sempre utilizzando la gelatina neutra come base.
Valentina
Segui le ricette di Valentina sul suo blog, DiVerdeDiViola.it – clicca qui
Guarda anche:
di Valentina De Felice
30/10/2015
Come mi trucco ad Halloween? Quando l’horror diventa chic
Quest’anno prendi ispirazione dalle streghe delle grandi pellicole cinematografiche e dai remake dei cartoni animati che guardavamo da bambine, basteranno pochi trucchi per ottenere un effetto “horror” super chic.
Dallo spray per fare i capelli bianchi, alle sopracciglia spigolose, fino ad arrivare al sorprendente effetto delle lenti a contatto rosse che fanno sembrare gli occhi intrisi di sangue, ecco a voi i make up di quattro protagoniste di grandi colossal che hanno “spaventato” gli spettatori e che potrete copiare anche voi per far scappare tutti gli spiriti che troverete nel vostro buio cammino….
Malefica
Rossetto – Catrice | Smalto – Essence| Ombretto – Burberry | Borotalco – Roberts | Mascara – Blinc | Primer palpebre – Benefit |
Il cigno nero
Eyeliner – Elizabeth Arden | Lenti a contatto – Naxvue Vision | Palette ombretti – Naked | Base illuminante bianca – Chanel |Rossetto – Make Up Factory |
La strega di Salem
Sparay capelli bianchi – Nika | Ciglia finte – Essence | Fondotinta compatto bianco – Make Up Forever | Eyeliner – Maybelline |
Morticia Addams
Mascara Manga – L’Orèal | Palette – Make Up Forever | Lipstick – Sephora | Smalto Many Many Mani – Essie | Matita – Nars |
a cura di Ludovica Bonini
30/10/2015
Google has just launched a new visual identity and redesign of its multicoloured logo. At the time of writing the new logo is shown on the Google homepage being drawn by an animated hand.
They doubtless were Thark warriors who had been sent out to capture us, and we breathed a great sigh of relief that they were traveling in the opposite direction. Quickly lifting Dejah Thoris from the thoat, I commanded the animal to lie down and we three did the same, presenting as small an object as possible for fear of attracting the attention of the warriors toward us.
We could see them as they filed out of the pass, just for an instant, before they were lost to view behind a friendly ridge; to us a most providential ridge; since, had they been in view for any great length of time, they scarcely could have failed to discover us. As what proved to be the last warrior came into view from the pass, he halted and, to our consternation, threw his small but powerful fieldglass to his eye and scanned the sea bottom in all directions. Evidently he was a chieftain, for in certain marching formations among the green men a chieftain brings up the extreme rear of the column. As his glass swung toward us our hearts stopped in our breasts, and I could feel the cold sweat start from every pore in my body.
And then the moonlight flooded the cave, and there before me lay my own body as it had been lying all these hours, with the eyes staring toward the open ledge and the hands resting limply upon the ground. I looked first at my lifeless clay there upon the floor of the cave and then down at myself in utter bewilderment; for there I lay clothed, and yet here I stood but naked as at the minute of my birth.
The transition had been so sudden and so unexpected that it left me for a moment forgetful of aught else than my strange metamorphosis. My first thought was, is this then death! Have I indeed passed over forever into that other life! But I could not well believe this, as I could feel my heart pounding against my ribs from the exertion of my efforts to release myself from the anaesthesis which had held me. My breath was coming in quick, short gasps, cold sweat stood out from every pore of my body, and the ancient experiment of pinching revealed the fact that I was anything other than a wraith.
Again was I suddenly recalled to my immediate surroundings by a repetition of the weird moan from the depths of the cave. Naked and unarmed as I was, I had no desire to face the unseen thing which menaced me.
My revolvers were strapped to my lifeless body which, for some unfathomable reason, I could not bring myself to touch. My carbine was in its boot, strapped to my saddle, and as my horse had wandered off I was left without means of defense.
The crisp, fresh mountain air outside the cave acted as an immediate tonic and I felt new life and new courage coursing through me. Pausing upon the brink of the ledge I upbraided myself for what now seemed to me wholly unwarranted apprehension. I reasoned with myself that I had lain helpless for many hours within the cave, yet nothing had molested me, and my better judgment, when permitted the direction of clear and logical reasoning, convinced me that the noises I had heard must have resulted from purely natural and harmless causes; probably the conformation of the cave was such that a slight breeze had caused the sounds I heard.
I decided to investigate, but first I lifted my head to fill my lungs with the pure, invigorating night air of the mountains. As I did so I saw stretching far below me the beautiful vista of rocky gorge, and level, cacti-studded flat, wrought by the moonlight into a miracle of soft splendor and wondrous enchantment.
Few western wonders are more inspiring than the beauties of an Arizona moonlit landscape; the silvered mountains in the distance, the strange lights and shadows upon hog back and arroyo, and the grotesque details of the stiff, yet beautiful cacti form a picture at once enchanting and inspiring; as though one were catching for the first time a glimpse of some dead and forgotten world, so different is it from the aspect of any other spot upon our earth.
Unable longer to resist the temptation to escape this horrible place I leaped quickly through the opening into the starlight of a clear Arizona night. The crisp, fresh mountain air outside the cave acted as an immediate tonic and I felt new life and new courage coursing through me. Pausing upon the brink of the ledge I upbraided myself for what now seemed to me wholly unwarranted apprehension.
I reasoned with myself that I had lain helpless for many hours within the cave, yet nothing had molested me, and my better judgment, when permitted the direction of clear and logical reasoning, convinced me that the noises I had heard must have resulted from purely natural and harmless causes; probably the conformation of the cave was such that a slight breeze had caused the sounds I heard.
I decided to investigate, but first I lifted my head to fill my lungs with the pure, invigorating night air of the mountains. As I did so I saw stretching far below me the beautiful vista of rocky gorge, and level, cacti-studded flat, wrought by the moonlight into a miracle of soft splendor and wondrous enchantment.
Few western wonders are more inspiring than the beauties of an Arizona moonlit landscape; the silvered mountains in the distance, the strange lights and shadows upon hog back and arroyo, and the grotesque details of the stiff, yet beautiful cacti form a picture at once enchanting and inspiring; as though one were catching for the first time a glimpse of some dead and forgotten world, so different is it from the aspect of any other spot upon our earth.
As I stood thus meditating, I turned my gaze from the landscape to the heavens where the myriad stars formed a gorgeous and fitting canopy for the wonders of the earthly scene. My attention was quickly riveted by a large red star close to the distant horizon. As I gazed upon it I felt a spell of overpowering fascination—it was Mars, the god of war, and for me, the fighting man, it had always held the power of irresistible enchantment. As I gazed at it on that far-gone night it seemed to call across the unthinkable void, to lure me to it, to draw me as the lodestone attracts a particle of iron.
