Inizia il primo freddino e non sapete come vestirvi?
Molti brand propongono giacche perfette per questa stagione “birichina”, che ci fa soffrire la mattina con un’arietta fresca e ci riscalda ancora un po’ nel pomeriggio.
Non si è mai pronti ad abbandonare la bella stagione e gli outfit leggeri ed estivi; per affrontare questo inizio d’autunno senza soffrire troppo il freddo, ma neanche il caldo, sbizzarritevi sulle giacche e i primi cappottini che scaldano il giusto necessario e ci fanno sentire sempre super cool.
Dai modelli oversize per uno stile casual ai modelli più aderenti per look eleganti, i kimono e le mantelle tornano “all’attacco”, le frange e le fantasie a quadri non passano mai di moda e cambiano i soliti outfit che diventano ultra chic grazie a queste “nuove” tendenze. Alle giacche a doppio petto e cappotti morbidi non si rinuncia mai e tornano dominanti anche per questa stagione.
Bella.it ha selezionato per voi i modelli più trendy e fashion di questa stagione per un autunno alla moda.
Qualche giorno fa, a Trezzano sul Naviglio, nella scuola di ballo Dance Dance Dance, si è svolto il Gran Galà per festeggiare il successo della prima stagione di “Paso Doble – Una vita per il ballo”, il docureality sulla storia di 11 ballerini e del loro insegnante.
La scuola di ballo Dance Dance Dance si trova alle porte di Milano, precisamente a Trezzano sul Naviglio, e nasce da una storia che porta dentro di sé tanto amore e passione per la danza. Donato Scandiffio – Presidente dell’Associazione sportiva Dance Dance Dance e sua moglie Giusy, dopo aver dedicato la loro vita alla danza, trasmettono la passione ai loro figli Gianni ed Eleonora Scandiffio. Dopo aver toccato il mondo del ballo, i due fratelli rimangono affascinati da questa disciplina e iniziano ad allenarsi duramente e a viaggiare per gareggiare. La loro passione è così forte che i genitori decidono di creare il “rifugio”, il quale li farà diventare dei grandi ballerini.
Nasce cosi la scuola di ballo DanceDanceDance gestita da Gianni ed Eleonora Scandiffio.
Con il loro talento (un vero e proprio dono), con tanto impegno, allenamento e fatica, mettendo talvolta da parte la loro vita privata, Gianni ed Eleonora conquistano le piste da ballo e diventano campioni internazionali nelle danze latino americane e standard.
La danza allo stesso tempo comporta delle rinunce. Lo stesso Gianni Scandiffio, durante i festeggiamenti per la prima stagione di Paso Doble, afferma che a 11 anni, mentre i bambini della loro età giocavano, lui e sua sorella Eleonora, si allenavano duramente anche per 10 ore al giorno. Dopo aver cavalcato le piste più importanti e aver conquistato titoli ambiti da molti, Gianni ed Eleonora decidono di appendere le scarpe al chiodo (solo in gara) e dedicarsi all’insegnamento e alla loro scuola.
Più uniti che mai, iniziano a trasmettere la loro passione ai loro allievi. E, dopo anni di impegno arriva un’altra soddisfazione: la rete televisiva Real Time sceglie la scuola di ballo come protagonista per il nuovo programma incentrato sulla danza.
Paso Doble – Una vita per il ballo
Il primo docureality sul mondo della danza sportiva.
Il docureality è andato in onda su Real Time dal 19 Agosto al 26 Settembre riscuotendo un grande successo. 6 puntante incentrate sulla storia di 11 ballerini guidati dal loro maestro Gianni Scandiffio.
Un viaggio nel mondo della danza latino americana, dagli allenamenti alle competizioni. Il programma gira attorno ai ragazzi che lottano duramente per poter vedere realizzato il loro sogno. Alcuni sognano di vincere i titoli internazionali, altri il passaggio di categorie e altri ancora combattono con le loro fragilità per trasformarle in punti di forza. Le gare di latino americano si dividono per categorie in base all’età.
La danza agonistica non è solo lustrini, lacca e abiti luccicanti: ma fatica, allenamento e sacrifici. Sono questi gli ingredienti di Paso Doble che mostra, non solo le gare, ma i retrò di una vita dedicata alla danza e all’inseguimento di un sogno. Dietro ai risultati, non sempre positivi, ci sono ore di lezioni, debolezze , impegno e rinunce. E la costanza di combattere ogni giorno per realizzare il proprio sogno.
Per migliorarsi bisogna allenarsi, lo sa bene Gianni Scandiffio che spera di poter condurre i suoi ragazzi al titolo mondiale e fare della propria vita un sogno come hanno fatto lui e sua sorella Eleonora.
Gran Galà sul set di Paso Doble
Per festeggiare il successo del programma, la famiglia Scandiffio ha organizzato un galà direttamente sul set di Paso Doble, dove le persone potevano conoscere direttamente i protagonisti e vivere con loro la magia della scuola di ballo Dance Dance Dance.
Gianni Scandiffio si è esibito in un’emozionante Paso Doble (uno dei cinque balli del latino americano) che ha lasciato tutti a bocca aperta e ha fatto emozionare anche sua sorella Eleonora Scandiffio che non si è potuta esibire perché in dolce attesa di un bellissimo maschietto. I protagonisti del programma si sono esibiti in un fantastico show, mostrando tutte le loro potenzialità davanti a un pubblico che non vedeva l’ora di vederli ballare dal vivo.
Il galà oltre a essere stato un momento di festa, è stato anche un momento per Gianni ed Eleonora di ringraziamenti verso la loro famiglia che li hanno sempre sostenuti fin dai primi passi e li hanno aiutati a rendere possibile tutto ciò.
La serata è stata presentata da Francesco Lombardi, il Ghyblj. A festeggiare la serata erano presenti molti personaggi dello spettacolo: Lele Mora, Fabrizia Malin, associazione Metis Italia; Loredana De Simeo, agente di spettacolo; Jacques Avella , produttore spettacolo e produttore discografico; Veronesi Daniele , Hair stilist vip; Andrea Balostro, medico naturopata delle star; e i due stilisti Renato Plutino e Alessandra Grimoldi. Anche molti giornalisti hanno assistito alla festa tra cui Francesca Santolini de “Il giorno”, Valentina Bufano “L’eco della città”, Vittorio Aggio del giornale online “Mi Lorenteggio” e Andrea Biandrino di Radio Rete 104. E per concludere i festeggiamenti, si sono riuniti tutti insieme per il taglio della torta!
A volte i sogni possono diventare realtà e loro ne sono la prova.
Scuola di ballo DanceDanceDance
Via Brunelleschi 53, 20090 Trezzano sul naviglio (MI)
Essere un foodblogger non significa essere uno chef. Per la definizione stessa del termine, il foodblogger è qualcuno che scrive di cibo, e non è nemmeno detto che debba proporre per forza delle ricette. Può anche semplicemente decantare le virtù dei soli ortaggi, o recensire libri di cucina, o i ristoranti nei quali viene invitato per una degustazione di vini o un assaggio di olii, o parlare del prodotto che una azienda alimentare gli invia per provarlo o del nuovo frullatore quadrilama che viene invitato ad utilizzare per la spremuta del secolo. Un foodblogger di solito non inventa nulla, un foodblogger non è un novello Gualtiero Marchesi in erba.
I foodblogger che decidono poi di mettere in rete le proprie ricette, lo fanno prevalentemente affinché esse possano essere prese in “prestito” da altri foodblogger, che a loro volta le rifanno, le pubblicano, a volte apportando modifiche di ingredienti e/o del metodo di cottura.
Tutto questo fa parte di una categoria macroscopica di persone accomunate da uno spirito comune che si chiama CONDIVISIONE. A volte da una ricetta pubblicata si trae anche solo ispirazione per una fotografia!!!
Il blog è un luogo di scambio, è la versione 2.0 del quaderno delle ricette di famiglia che si tramanda di nonna in madre in figlia. Se non si vuole che la propria ricetta venga rifatta la si tiene serbata in un cassetto, diffondendola solo a quei pochi eletti con cui si ha quell’affinità giusta, anche a livello affettivo. Questo per esempio è il motivo per il quale la ricetta della pastiera napoletana di famiglia io non la ho pubblicata sul blog, ma la tengo per me, e credo di averla data solo alla mia amica Ilaria. Stesso dicasi per il consulto familiare che è stato fatto prima di decidere di NON pubblicare sul sito la ricetta di alcuni biscotti che faceva mia nonna, semplicissimi, per carità, ma che abbiamo ritenuto dovessero rimanere una “cosa nostra”.
A chi è “fuori dal giro” di questo concetto di rispettosa condivisione che è alla base del codice deontologico dei foodblogger, sembrerà che vedere (che so) la ricetta di Monique rifatta sul mio sito o qui su Bella, sia un furto, senza pensare che magari la stessa Monique la ha presa da una altra foodblogger, che magari la ha presa da un giornale, che magari la ha presa da Pinterest e così via.
La torta alla ricotta è una torta meravigliosa, semplice, estiva, fresca, che ho già visto rifatta da almeno altre due “colleghe” oltre alle sovracitate, e utilizzata come ispirazione fotografica da una terza, e siccome sono sicura che questa torta verrà rifatta sempre da più foodblogger, le auguro di diventare tanto famosa e diffusa quanto lo è stata la altrettanto ottima torta Fluffosa del recente passato.
INGREDIENTI
Ingredienti del primo impasto 210 gr di farina tipo 00 80 gr di burro fuso 2 uova medie 120 gr di zucchero semolato 1 bustina di lievito per dolci Pane Angeli 50 gr di latte 1 pizzico di sale fino
Ingredienti secondo impasto 350 gr di ricotta di pecora 70 gr di zucchero semolato 2 uova e 1 tuorlo 1 cucchiaino di liquore di mirto
PROCEDIMENTO
Nella planetaria, lavorare bene le uova con lo zucchero fino a quando diventano ben spumose, aggiungere a questo punto il lievito setacciato, il latte, il burro fuso intiepidito e per ultima la farina setacciata.
Distribuire il composto appena ottenuto in uno stampo da torte tondo, dai bordi alti e dal diametro di 20 cm, precedentemente imburrato ed infarinato.
Preriscaldare il forno in modalità statica a 180°C.
Procedere a questo punto con la lavorazione del secondo impasto.
Nella planetaria lavorare bene le uova con lo zucchero fino a raggiungere una consistenza spumosa anche in questo caso, aggiungere un goccio di liquore di mirto (licenza che mi sono concessa di aggiungere alla ricetta di Monique) e aggiungere la ricotta setacciata, amalgamandola al composto di uova e zucchero con una spatola in silicone.
Versare questo secondo composto sul primo, livellando il tutto con la spatola.
Infornare e cuocere per circa 45/50 minuti. In questo caso la prova stecchino non vale perchè la parte centrale della torta una volta uscita dal forno è molto morbida, si muoverà come un budino. E’ necessario far raffreddare completamente la torta, in modo che la parte di ricotta raffreddando scenda all’interno e crei una sorta di “conca” centrale (nella quale ho adagiato delle ciliegie e dei fiori e bacche fresche di mirto per richiamare l’aroma che ho voluto dare alla parte cremosa).
Solo una volta fredda spolverizzare con zucchero al velo setacciato.
Ritira il premio “meglio vestita della settimana”, la bellissima Federica Nargi che, accompagnata dal suo altrettanto bellissimo fidanzato, ha trascorso una giornata di shopping nel centro di Milano.
L’ex velina detta tendenza con uno stile semplice ma al tempo stesso ricercato: merito del cappotto lungo “sleeveless” con reverse, abbinato ad una semplice gonna a tubo a vita alta e a una t-shirt girocollo basic di colore bianco, l’intramontabile contrasto black&white che risulta sempre vincente. Ai piedi delle francesine flat e sulla spalla una shoulder-bag con borchie.
Ecco il look che Bella.it ha creato ispirandosi a Federica Nargi…
Per una volta non è il cibo a far parlare di Expo 2015, ma la musica, ed è nella sua forma più elegante: la lirica. Un evento ideato da Expo per Milano destinato a chiunque ami coccolarsi con la musica di alto livello. Bella.it ha incontrato ed intervistato una giovane promessa, uno degli artisti che ha cavalcato il teatro Manzoni durante la serata dedicata al Bel Canto.
Expo, ancora una volta se ne parla, ma non è di cibo che si tratta: infatti l’esposizione universale ha anche organizzato eventi di vario genere nella città ospitante, Milano. Uno di questi è “EXPO A TEATRO”, una rassegna di vari eventi a stampo internazionale, tutti collocati nel raffinato ed ampio teatro Manzoni. Una delle serate organizzate da Expo 2015 è dedicata al canto per eccellenza, il “Bel Canto” da cui prende il nome la serata stessa, tenutasi Mercoledì 30 Settembre. Ad allietare gli spettatori del teatro ci han pensato quattro cantanti lirici italiani, tra cui il giovanissimo e talentuoso Roberto De Gennaro, tenore proveniente dalla bella Sicilia, il quale, tra le altre, ha cantato in una maestosa esibizione “Parlami d’amore Mariù”.
Bella.it, dopo aver assistito alla grande serata, ha intervistato il giovane artista. Il cantante lirico ci racconta come vive questa sua passione, piuttosto insolita per un ragazzo che ha un’età in cui, in genere, difficilmente si apprezza questo tipo di musica.
Com’è nata la tua passione per la lirica?
“In realtà a me non piaceva la lirica, sapevo di avere una bella voce e di essere intonato ma non ho mai cantato altro. Ho iniziato con lo studio del “Bel Canto” all’età di 16 anni, avendo anche qualche disavventura fino a dover cambiare tecnica e metodo di respirazione. Ciò che mi ha spinto ad avvicinarmi a questo genere è la curiosità di quello che la voce umana può fare, e tutt’ora me ne meraviglio.”
Cosa pensano i tuoi coetanei della tua professione? Posti le tue esibizioni sui vari social?
“Molto insolita come professione! (ride) Non è come essere medico o insegnante, io stesso provengo da una famiglia in cui di artista non c’è nessuno, però incuriosisce molto come mestiere. Vengono a vedermi, sono attenti a quello che faccio e mi seguono.
Non ho mai postato le mie performance su facebook o da altre parti, forse sbaglio, non so perché, non è una cosa che mi ispira.”
Roberto durante la sua esibizione al Teatro Manzoni di Milano
Molto modesto, gli fa notare Bella.it
“(ride) Non so se è modestia, forse è carattere. Non riesco.”
Ti abbiamo visto sul palco del teatro del Manzoni con uno spettacolo ricco di emozioni. Qual è la canzone che hai amato di più?
“Parlami d’amore Mariù e Arrivederci Roma, che son le due che ho cantato da solista. Parlami d’amore Mariù mi ha colpito in particolar modo anche se non sono romantico; l’ho sempre trovata orecchiabile.”
Dove vivi? Come si svolgono le tue giornate e quanto tempo dedichi alla musica?
“Vivo a Palermo, mi sto affacciando da poco al mondo della musica, ma sono sempre uno studente universitario.”
Ogni quanto vai a lezione?
“Anche se le lezioni non sono obbligatorie, io le frequento regolarmente perché credo sia importante stare a contatto con la gente.”
Che facoltà fai?
“Dunque, io sono alla magistrale di Musicologia, mi affascinano tantissimo gli studi dal punto di vista teorico della musica.”
E per quanto riguarda le lezioni di canto? Vai a lezione?
“Assolutamente sì, è una palestra, come i bodybuilder devono continuare ad allenarsi, lo stesso vale per il cantante.”
E tu canti a casa? Rompi le scatole ai vicini?
“Sì, sì, ogni giorno (ride)” ci racconta poi un aneddoto “Addirittura quella che abita nel mio stesso pianerottolo un giorno ha detto al mio coinquilino: Meno male che qualcuno canta, almeno mio figlio dorme! Mi ha fatto molto piacere. Più che altro può dar fastidio ai miei amici quando studiano, ma cerchiamo di concordare.”
Qual è il tuo sogno? Come ti vedi tra vent’anni?
“Bella domanda! (ride) Sicuramente il mio sogno è quello per cui sto combattendo, sicuramente andare avanti in questo campo.”
Quindi cavalcare i palcoscenici europei?
“Assolutamente sì!” risponde con certezza il giovane tenore e continua “voglio arrivare fino in fondo, ci si rimbocca le maniche e si combatte…bisogna lottare per quello in cui si crede! Si vive una sola volta e bisogna fare quel che più ci piace. Come mi vedo tra vent’anni? Mah (riflette un attimo) non faccio mai previsioni, sono scaramantico!”
Vero siciliano! Gli fa notare scherzosamente Bella.it
“Ma sì! (ride) Non lo so, preferisco non far previsioni, solitamente ognuno di noi fantastica su quel che vorrebbe fare ma poi ci son tante delusioni, preferisco vivere alla giornata e tenere i piedi per terra. N on so cosa mi preserva il domani. Lo vedrò.”
In quale Paese del mondo avresti grande desiderio di andare?
“Mi affascina tantissimo l’Australia”
Ma a livello lavorativo o d’esperienza personale?
“In entrambi i campi, mi incuriosisce come Paese e anche a livello lavorativo, c’è l’Opera a Sidney quindi..non lo so, ci sono quei posti che ti attirano e non sai perché.”
Cosa significa per te cantare?
“Significa mettermi a mio agio, anche davanti ad un pubblico grosso. Fondamentalmente sono una persona molto riservata, che non ama mettersi in mostra, eppure quando canto, mi sento a mio agio.”
L’assemblea generale delle nazioni unite ha designato la data del 25 novembre come giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (fonte Wikipedia). Tuttavia, la lotta a questo angoscioso fenomeno deve essere attiva e presente non soltanto in quella ricorrenza, ma ogni giorno dell’anno. Sia Bella.it che il sottoscritto sono particolarmente sensibili a questo argomento; pertanto vale senza dubbio la pena parlarne anche oggi. I più recenti dati ISTAT (si veda il link http://www.istat.it/it/archivio/161716) parlano di oltre 6 milioni 788 mila donne che nella loro vita hanno subìto almeno una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Tra queste, circa 652 mila hanno subìto stupri e 746 mila sono state vittime di tentati stupri. Numeri che, benché in sensibile flessione, restano a tutt’oggi decisamente impressionanti.
Come ormai sapete questa rubrica si occupa di approfondire la conoscenza dell’universo maschile affrontando generalmente argomenti ben più leggeri di questo; tuttavia, credo non ci si possa esimere dallo svolgere alcune considerazioni anche su questo profilo, talvolta vergognosamente presente nell’animo maschile.
Ma cosa spinge un uomo ad abbandonare la strada del dialogo con la propria compagna per condurlo invece ad esprimere la propria volontà attraverso forme di imposizione, di coartazione della volontà, di violenza?
A livello sociale e generale le ragioni di questo deprecabile atteggiamento sono senz’altro di natura multifattoriale e, pur senza scendere troppo nello specifico perché come al solito ci vorrebbero competenze che qui non si possiedono, i fattori scatenanti possono essere i più vari e vanno ricercati sia nel singolo livello di aggressività soggettiva come nella mancanza di un sufficiente background culturale (sebbene si tratti di un fenomeno trasversale per la verità), in elementi della personalità ed altro ancora.
Ma, a prescindere da questa breve analisi sociologica del fenomeno, ragionando molto più semplicemente, quando si parla di questo argomento ci sono due considerazioni che saltano agli occhi: da un lato sbalordisce come in tutti i tristi casi di cronaca ahimè quasi all’ordine del giorno vi sia da registrare il totale fallimento di quella semplice, naturale, se vogliamo quasi banale dotazione psicologica che dovrebbe appartenere ad ogni uomo e che va sotto il nome di freni inibitori. Se l’aggressività è un istinto naturale infatti, anche il dispiacere, il senso di protezione, la paura di far del male al prossimo lo sono, quantomeno in soggetti senza deficit cognitivi. E dunque non si riesce davvero a comprendere come, durante il compimento di condotte efferate e prolungate nel tempo come le violenze sessuali o gli omicidi, più o meno riusciti, non sopraggiungano nella stessa mente di chi li compie impulsi che lo inducano a frenare e fermare l’istinto aggressivo. La mancanza di questo meccanismo psicologico è qualcosa che, personalmente, non riuscirò mai a capire, ma che, ciononostante, non posso far altro che condannare senza mezzi termini.
Parallelamente, va ribadito un concetto molto importante, che non sempre le vittime di violenza tengono sufficientemente presente: imporre la propria volontà sull’altro non è mai amore. L’amore è esattamente il contrario, ovvero fare di tutto per fare felice l’altro, perché è proprio la sua felicità che di riflesso fa felici noi e viceversa. La violenza è solo possesso, cattiva gestione dell’insicurezza, mancanza di altri mezzi; insomma tutto fuorché amore. Questo è un concetto che non va mai dimenticato, mai confuso, mai nemmeno un pochino incrinato. “ma in fondo lui mi ama” dopo che vi ha fatto un occhio nero è prima di tutto mentire a voi stesse, ed è una menzogna che può costare molto cara. Perciò, occhi aperti. Sempre.