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Pitti uomo, Angelica’s report

21 mercoledì 2015 visualizzazioni:

I numeri sono positivi e lasciano ben sperare : quest’anno boom di visitatori.

Tra i 24.000 buyer si registra un aumento del 35% di visitatori stranieri provenienti da Giappone, Francia, nord Europa, ma anche Cina e Russia. Tutto ciò mette in evidenza quanto ancora rilevante sia la moda italiana per il resto del mondo e quanto il made in ENRICO-LABRIOLA-PITTI-PEOPLE-384_oggetto_editoriale_720x600Italy sia un punto di riferimento nonostante i repentini cambiamenti della nostra società.

A mio modesto parere, quest’anno ho notato una bassa propulsione innovativa tra le proposte avanzate dai vari brand presenti: spesso ripetizioni o semplici esasperazioni delle tendenze che hanno riscosso successo fino ad oggi, nulla di davvero innovativo dalla quale trarre ispirazione per le prossime stagioni.

Il vero Pitti era tra la gente: centinaia di fashionisti in giro per la fantastica location di Fortezza da Basso o per la città.

Le vere protagoniste?? Le sneakers.

Stile dandy o rock, con gonne o pantaloni le sneakers sono le regine indiscusse delle prossime stagioni.

Comoda, funzionale, colorata, tecnologica, non importa, si abbinano con tutto rispettando i canoni delle ultime tendenze e abbracciando l’idea di praticità e comodità di cui necessita la dinamicità dell’uomo e della donna ai nostri giorni.

Nella gallery Firenze, le nuove collezioni e un po’ di street style…

di Angelica D’Amore

Chissà perchè mi piacciono gli stronzi?!

20 martedì 2015 visualizzazioni:

Parola di Mr. What Women Want

 

Ci sono donne e donne.

Quelle adulte, determinate, che si sono guardate dentro durante la crescita e hanno capito quello che vogliono.

everything-mumCi sono quelle che vogliono famiglia; dichiaratamente. Quelle che quando hanno deciso ti guardano in faccia e senza mezzi termini ti dicono “Ciccio; io ho trent’anni, e il mio orologio biologico sta scattando; voglio due figli, un cane, un trilocale e un marito che mi ami; posso anche lavorare ma fondamentalmente io voglio una famiglia. Vedi tu.

Donne degne di grande rispetto e ammirazione; primo perché hanno un progetto chiaro in testa, e secondo perché te lo dicono in faccia; e ormai lo sappiamo, agli uomini bisogna parlar chiaro. Certo non significa che la risposta sia sempre “sicuro amore, sposiamoci domani”, perché se “lui” non è dello stesso parere non andrete lontano. Ma in ogni caso, sarete state chiare e avrete sempre il suo rispetto.

Ci sono quelle che scelgono il lavoro, e quelle che vogliono tutto; sono in carriera ma cercano anche di portare avanti una famiglia; dei veri e propri trampolieri sociali; sono quelle che mettono il Blackberry tra la guancia e la spalla mentre vestono i bambini al mattino, si truccano in macchina, e a pausa pranzo vanno a parlare con le maestre. Supereroine della quotidianità.

piaccionostronzi2Chapeau”.

E poi ci sono quelle, poche ma rumorosissime, che “chissà perché capitano tutti a me” e che “di uomini giusti non ce ne sono, e se ce ne sono, sono tutti occupati”, sognatrici dell’irraggiungibile, perennemente in cerca dell’amore impossibile. Di queste alcune hanno davvero sfortuna intendiamoci, ma almeno cinque su dieci sono anche quelle che “chissà perché quando esco con un bravo ragazzo, carino, simpatico e gentile, non mi dice molto, poi trovo quello che ha scritto in testa “sono uno stronzo” e appena mi sorride mi sento bollire il sangue.

Oggi parliamo proprio di questa categoria.

principeazzurroDunque: tra i tredici anni e i diciannove, o se vogliamo esagerare tra i quattordici e i venticinque, è più che normale si desideri “l’angelo biondo” dagli occhi azzurri e il sorriso beffardo, bello e maledetto, che in sella alla moto ci porta via verso il tramonto, o il rocker ambiguo e sempre ubriaco “…ma io lo amo!”; fa parte del percorso di crescita femminile. Ma ad un certo punto le esigenze mutano, e con loro anche i gusti; da adulta una donna tende a cercare meno il bello e dannato, che tutto sommato con l’età comincia a diventare anche un tantino ridicolo e fuori contesto, per indirizzarsi verso l’uomo “finito”, solido, equilibrato e che comunica sicurezza.

Se però superati gli “enta” e magari anche raggiunti gli “anta” si cerca ancora il simil-tronista palestrato, lampadato, giacca blu e camicia bianca slacciata, lo zigomo tagliato, il jeans che fa venire l’orchite e il mocassino uguale alla cintura, beh, la possibilità di entrare nel circolo vizioso del “perché gli stronzi capitano tutti a me” diventa pericolosamente alta. E questo per una ragione molto, ma molto semplice: gli uomini stronzi “tout court” non esistono, gli stronzi sono solo uomini ai quali non interessa nulla di voi; proprio per questo sono stronzi, o meglio riescono a fare gli stronzi.

piaccionostronzi1Da questo punto di vista i maschi sono tutti uguali. Al contrario, più quello stesso stronzo è autenticamente interessato a voi, meno tenderà ad essere stronzo, diventando quel bravo ragazzo che però, purtroppo, proprio perché pulito, carino, sensibile ed interessato, insomma non stronzo, non vi interessa.

Trattasi, evidentemente, di circolo vizioso.

Quindi, se vi imbattete in uno stronzo ogni tanto, tra una storia e l’altra, passi; ma se vi capita un po’ troppo spesso, e magari non siete più propriamente teenager, c’è anche la concreta possibilità che, in fondo in fondo, più o meno inconsciamente, siate voi a non volere di più di quel poco che (sapete benissimo) potrà darvi “lo stronzo”.

E non c’è niente di male.

Basta però non piangere lacrime di coccodrillo, mi raccomando.

 

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Make up color marsala

19 lunedì 2015 visualizzazioni:

IL COLORE DEL 2015

Dopo il color sangria dell’autunno appena passato, il colore selezionato da Pantone per il 2015 è il marsala, la caldissima tinta del vino liquoroso, accesa e delicata che, quando si parla di make up, sta bene con tutte le carnagioni e si abbina con tantissime nuances: rosa pallido o rosa pesca, marrone e nero, si illumina con il bronzo e si infuoca con il rosso.

Blush-MarsalaL’ombretto marsala è l’ideale per intensificare lo sguardo e per donare agli occhi risalto e profondità. È bellissimo sia opaco, più tenue, che arricchito da brillantini dorati, per abbagliare con il colore più trendy della stagione. Per un effetto deciso e 3D, passate il contorno occhi con una matitone color marsala di due tonalità più scure rispetto all’ombretto.Matte-Lipstick-for-Spring

Le labbra color marsala sono qualcosa di davvero sensuale, forse ancora più sexy del classico rossetto rosso. Per il suo elevato effetto coprente, è fondamentale applicare un primer prima del rossetto per evitare sbavature e per fare in modo che il colore non entri nelle rughette del labbro superiore.

Il must-have per il 2015 è lo smalto color marsala, che ricorda molto il famoso Rouge Noir di Chanel ma ha 14141478630346-0-680x276delle diversità basilare. Il marsala si differenzia dal color bordeaux grazie alla tonalità più calda, con sfumature rossastre che ricordano quelle della terra, non c’è neanche una punta di viola/blu. Essendo molto scuro è l’ideale sulle unghie corte o medie.

 Nella gallery i migliori prodotti di make up color marsala, scelti con cura per voi da Bella.it..

Al Museo della Calzatura, sessant’anni di tacco a spillo

19 lunedì 2015 visualizzazioni:

Il tacco a spillo: sessant’anni (e oltre) di sensualità tutta Made in Italy

Dai modelli di Marylin Monroe, Anita Ekberg e Lady Gaga lo “stiletto” si racconta al Museo della Calzatura di Vigevano, città di nascita dell’oggetto di culto della moda femminile

059_Ursus-particolare-tomaie-tela-La scarpa con il tacco a spillo ha sessant’anni… più due, appena compiuti! E’ la scoperta fatta da Armando Pollini, designer di Vigevano, che dopo anni di ricerche è riuscito a strappare alla Francia il primato di paternità dell’accessorio fashion più amato dalle donne, che si pensava fosse nato nel 1954 dalla maison Roger Vivier.

Il primo prototipo di questo tacco è del 1953 ed è esposto al Museo Internazionale della Calzatura “Pietro Bertolini” di Vigevano, la patria delle maggiori aziende calzaturiere che ha diffuso il prestigio del Made in Italy nel mondo.

La prova inconfutabile è una foto dello stand espositivo della fabbrica di Re Marcello durante la XVI Mostra Mercato Internazionale delle calzature del 1953 a Vigevano: una scarpa con un’anima in legno e in alluminio, per una struttura resistente e riproducibile facilmente su larga scala. Da allora “l’oggetto del desiderio” comincia ad essere acquistato da tutte le donne e i bassi costi di produzione favoriscono l’esportazione mondiale delle scarpe vigevanesi.

Decolleté disegnata da Alexander Mc Queen nel 2010Le sale espositive del Castello Sforzesco di Vigevano, con le 500 scarpe in mostra (3700 quelle catalogate), raccontano questa e molte altre storie della calzatura, trasformatasi nei secoli da oggetto d’uso quotidiano a vera opera d’arte grazie alla fantasia, all’innovazione e al gusto estetico di talentuosi artigiani.

Il tacco a spillo trionfa nei tesori della collezione, come la decolleté di raso verde e pailettes indossata dall’intramontabile Marylin Monroe o la scarpa “arma”, dotata di un tacco capace di ferire i paparazzi, dello stilista Dal Cò, che Anita Ekberg scaglia ai fotografi nella celebre scena de “La Dolce Vita”; fino alla copia dell’eccentrico modello di scarpe usato da Lady Gaga per calcare i palcoscenici mondiali. Questi e altri pezzi rari e unici di stilisti internazionali sono il risultato della preziosa collaborazione di Armando Pollini con il Museo, che nel 2004 ha arricchito le collezioni per rivolgersi ad un pubblico più vasto, di appassionati di moda, 129_Vulcanizzatrice-Gusbertidi cultori di cinema e di musica, senza dimenticare gli amanti della storia.

Entrando nel museo si ha la sensazione di fare un viaggio nel tempo. Partendo dalla “Pianella di Beatrice D’Este” del 1494, primo importante reperto della “sezione storica” del museo, si ripercorrono epoche diverse: dalle tomaie in pelle di pesce degli anni ‘20 ai tacchi autarchici in plastica degli anni ’30, emblema di una Nazione provata dalla guerra, fino alla raffinatezza dei materiali degli anni ‘50 e ‘60 e all’estrosità del design contemporaneo.

Per un giro del mondo in pochi metri, ecco la “sezione etnica”: piccole scarpe per i “piedi rattrappiti” delle donne cinesi di ceto elevato, stivali di pelliccia contro il grande freddo dei paesi 072_Palazzo-Esposizioni-1938nordici e sandali sub-sahariani per proteggere i piedi dal clima desertico che raccontano culture lontane.

Curiosa è anche la Wunderkammer, camera delle meraviglie che propone modelli e suggestioni curiose, dalla scarpa “totem” alta quasi un metro, alla minuscola calzatura prodotta per il neonato Umberto di Savoia, ultimo re d’Italia, fino alla gigantesca scarpa n.59 del cestista Shaquille O’Neal. Le calzature “famose” continuano poi con i modelli dello scrittore Scott Fitzgerald autore de “Il Grande Gatsby”, del soprano Lina Cavalieri, dei Papi Pio XI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

Guarda nella gallery alcune delle scarpe che hanno fatto la Storia della calzatura in mostra a Vigevano…

Il progetto che si è sviluppato all’interno dell’esposizione deriva dalla volontà di rendere questi spazi museali importanti a livello europeo, facendovi entrare 500 paia di scarpe, simbolo delle stagioni più importanti delle varie case di moda internazionali e dello stile particolare di ogni creativo – commenta Armando Pollini. “Il prossimo passo sarà l’esaltazione del prodotto attraverso le nuove tecnologie, grazie a supporti multimediali per rendere interattiva la visita e avvicinare, tra le altre cose, i giovani designer alla produzione calzaturiera italiana attraverso laboratori con tecnologie d’avanguardia ”.

Una nuova frontiera si apre, quindi, per il Museo della Calzatura di Vigevano, che con la sua eredità importante vuole essere non solo luogo di memoria storica, ma punto di partenza verso innovativi orizzonti del design del futuro, sempre rigorosamente Made in Italy, e una delle attrazioni di punta vigevanese in occasione di Expo”, commenta Barbara Robecchi, Assessore Commissario EXPO Politiche giovanili Comunicazione del Comune di Vigevano.

Informazioni sul Museo

Il Museo si trova all’interno del Castello Sforzesco, situato nella Piazza Ducale di Vigevano.

Ingresso gratuito

Giorni ed orari: da martedì a venerdì 14/17.00, Sabato, domenica e festivi dalle 10.00/17.30.

Per informazioni: www.comune.vigevano.pv.it

 

Buoni propositi di inizio anno: stasera a SocialKitchen

14 mercoledì 2015 visualizzazioni:

Lezione gratuita per non rinunciare alla cucina creativa, controllando le calorie

Speciale “dopo le feste” in diretta web con la dottoressa Maria Papavasileiou. Consigli per non privarsi del piacere della buona tavola in concomitanza con la ripresa dopo la pausa natalizia.

Amaranto_ assaggio d'immortalità_14012015Un “assaggio di immortalità”: così si sintetizza la ricetta che sarà realizzata in apertura d’anno dallo chef Antonio Marchello con la supervisione della dottoressa Maria Papavasileiou, celebre dietista e nutrizionista che propone un approccio personalizzato all’alimentazione e ideatrice del portale Dieta Personalizzata. Il titolo della ricetta ben sintetizza il concetto dell’alta cucina come esperienza di piacere, pur mantenendo sotto controllo le calorie, in un’ottica di benessere e di stile di vita corretto.

In diretta streaming su SocialKitchen mercoledì 14 gennaio Antonio Marchello e la dottoressa Papavasileiou proporranno quindi la realizzazione di “Sushi di Avocado e Amaranto agli Agrumi, Insalata di Patate Viola all’Aneto, Cipolla Marinata con Mirtilli e Mini Pop Corn Di Amaranto”, un piatto sfizioso e allo stesso tempo ipo-calorico e disintossicante, ideale per una cena in compagnia anche dopo gli eccessi delle feste.

L’idea comune è che per smaltire gli eccessi ci si debba mortificare a tavola per le settimane successive alle feste: niente di più sbagliato”, afferma la dottoressa Papavasileiou. “L’idea che si debba tenere a freno la creatività in cucina dopo il cenone di capodanno è psicologicamente molto controproducente, specialmente perché è in concomitanza con la ripresa delle attività lavorative. Al contrario, il piacere della buona cucina, aiuta a caricarsi di energie psicofisiche ed emotive positive per i nuovi impegni”, conclude Papavasileiou.

Siamo lieti di avere con noi la dottoressa Papavasileiou in questo inizio anno”, afferma Antonio Marchello “La cucina secondo SocialKitchen è piacere, creatività e socialità: ci piace l’idea che questo trovi conferma anche dal punto di vista medico e scientifico”.

dottoressa_maria_papavasileiou

Maria Papavasileiou, laureatasi specializzatasi in dietologia e nutrizione umanapresso l’università ATEI di Salonicco, ha studiato biologia molecolare alla Staffordshire University (United Kingdom). E’ iscritta all’ANDID – Associazione Italiana Dietisti e alla SSNV – Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana. Durante il suo percorso professionale ha operato in diverse strutture ospedaliere, aiutando i pazienti a raggiungere il peso ideale in un modo sano ed equilibrato. La dottoressa Papavasileiou è autrice di ricerche in ambito scientifico e partecipa regolarmente a congressi di Medicina ortomolecolare, Dietologia, Endocrinologia, Patologia, Epatologia, Ostetricia e Ginecologia, Obesità e Nefrologia. Attualmente esercita la libera professione a Milano.

Per seguire la lezione dello chef Antonio Marchello e i consigli della dottoressa Papavasileiou è sufficiente registrarsi al sito www.socialkitchen.it, fornendo il proprio indirizzo email. Si riceverà l’elenco degli ingredienti e delle attrezzature da avere a disposizione per seguire la preparazione. Basterà poi collegarsi mercoledì 14 gennaio alle 20 alla diretta sul sito di SocialKitchen; durante la lezione, una chat consentirà di porre domande in tempo reale allo chef o, semplicemente, di commentare e condividere i vari passaggi della ricetta con gli altri partecipanti. In meno di un’ora “L’assaggio di immortalità” sarà pronto per essere portata in tavola e condiviso con famigliari e amici.

Al termine della lezione, il “social chef” che avrà postato sulla pagina Facebook di SocialKitchen il piatto più creativo sarà premiato con un invito a partecipare “dal vivo” ad una delle prossime lezioni di SocialKitchen, presso Interno 23, a Milano.

cropped-Schermata-2013-11-15-alle-12.30.24SocialKitchen offre a chiunque la possibilità di imparare a cucinare, divertendosi, grazie a lezioni gratuite di cucina interattiva su web. E’ sufficiente essere davanti ai fornelli con l’attrezzatura e gli ingredienti ricevuti via mail dopo essersi registrati su www.socialkitchen.it e collegarsi al sito con il proprio computer, tablet o smartphone all’orario della lezione: 45 minuti circa in compagnia dello chef Antonio Marchello e dei suoi ospiti per cucinare con la possibilità di fare domande via chat, ma anche di condividere le varie fasi della preparazione con gli altri partecipanti. Punto di ritrovo, prima e dopo la lezione, la pagina Facebook di SocialKitchen, dove gli allievi possono postare le foto dei loro piatti, commentare e interagire tra loro.

Le lezioni di SocialKitchen vengono trasmesse in diretta streaming su piattaforma tecnologia proprietaria sviluppata da ExcogitaNet, società in prima linea nella realizzazione delle più avanzate infrastrutture per portali in Italia. Il set di SocialKitchen è ospitato da Interno 23, a Milano.

“La ricerca della felicità”

13 martedì 2015 visualizzazioni:

Parola di Mr. What Women Want

Care amiche;

più volte al giorno televisioni, giornali, radio, internet e media in generale inviano migliaia di messaggi, tutti con lo stesso significato: bisogna essere belli, giovani, ricchi, famosi, magri, alla moda, sorridenti, senza pensieri e, preferibilmente, inarrivabili. In una parola, “esclusivi” a tutti i costi. E’ l’unico modo di vivere. E’ il bene supremo; l’unica cosa che conta. Se no sei uno qualunque; una qualunque. E una qualunque non la vuole nessuno.

E’ la “sindrome della compagnia delle indie”. Vi ricordate la pubblicità? Tutti belli, tutti abbronzati e tutti giovani in barca?

Ecco.

male-model-in-showerQuesto bombardamento mediatico ha rappresentato per le aziende per anni, e ancora rappresenta, il miglior modo per vendere qualsiasi cosa; creare aspettative di paradiso da un lato, e agitare lo spettro dell’infelicità e della solitudine dall’altro. E la soluzione è, ovviamente, il prodotto venduto: l’auto, il profumo, il vestito esclusivo, che diventano la lampada di Aladino, il modo migliore per ottenere accesso ad un mondo ideale in cui sei la star incontrastata e godi dell’attenzione di chiunque.

Questo è il meccanismo. Nato per vendere prodotti.

Ma questo meccanismo ha funzionato talmente bene da essere uscito dal suo contesto naturale per “espandersi” nella quotidianità, nelle relazioni tra le persone, nella vita di tutti i giorni, senza più nemmeno bisogno di un input esterno.girl with television on her head

Il risultato è che si tende a non distinguere più il vero dal verosimile, la finzione scenica dalla realtà e si è cominciato, spesso inconsciamente, a cercare “la compagnia delle indie” anche nel mondo reale. Troppo spesso si cercano infatti uomini e donne trasferendo su di essi le aspettative di una perfezione che non è reale, ma frutto del “rincoglionimento mediatico di massa”, che ci è talmente entrato sottopelle da non consentirci più di capire cosa vogliamo veramente e cosa invece ci sembra di volere perché ce lo suggeriscono migliaia di volte al giorno. Insomma lui o lei, nell’immaginario comune, tendono ad essere pericolosamente rappresentati (e desiderati) come assolutamente “perfetti”.

Ma la compagnia delle indie non esiste, (oggi i modelli dello spot avranno come minimo la prostata). La perfezione è fantasia; una splendida fantasia, ma pur sempre fantasia. Non esiste.

Selfies-5Il principe azzurro non esiste; anche lui se non si taglia le unghie dei piedi bucherà i calzini, se mangia pesante avrà l’alito di legno e se non si fa la doccia l’ascella importante.

Ma il fatto è che se noi non impariamo a difenderci dai messaggi subliminali e a distinguere davvero cosa vogliamo autenticamente e soprattutto la realtà dalla rappresentazione di se stessa, e continuiamo a cercarlo nella realtà il principe azzurro senza un difetto, questo ci condurrà inesorabilmente e pericolosamente a frustrazione e insoddisfazione cronica.

Ed è un circolo vizioso dal quale non si esce, fino a quando non ci si rende conto del meccanismo perverso e si comincia davvero a cercare cosa ci piace autenticamente, guardandoci dentro ed eliminando le suggestioni.

E allora come fare per capire se siete vittime inconsapevoli dei media?

Ecco cinque piccoli suggerimenti:

1) avete più di trent’anni e avete il profilo Facebook pieno di selfie con la boccuccia stretta o gli addominali in vista come i ragazzini ?

2) dite spesso la frase “non trovo mai quello giusto?” o “perché quelli sbagliati capitano tutti a me” (e ormai vi avviate alla quarantina) nonostante siate indiscutibilmente una bella donna?

3) vi vestite come le riviste alla moda o peggio ancora come i tronisti in tv?

4) una festa è con “bella gente” soprattutto quando sono presenti ospiti del mondo dello spettacolo?

5) negli ultimi tre anni avete fatto almeno un sacrificio economico oltre le vostre possibilità per comprare qualsiasi cosa che vi faccia sentire più “trendy”? , e soprattutto, dopo averlo comprato vi ci siete sentiti davvero?

Ecco, se la maggior parte delle vostre risposte è “si”, è il momento di rileggere questo articolo dall’inizio.

Più volte.

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