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Le origini del Festival del Cinema di Venezia: dove tutto è cominciato

01 lunedì 2025 visualizzazioni:

Molto prima dell’avvento delle influencer sul red carpet, degli scatti in tempo reale su Instagram e dei look studiati per i social, il Festival del Cinema di Venezia era già lì: elegante, iconico, rivoluzionario.

Nato con l’intento di celebrare il cinema come forma d’arte e cultura, il festival ha attraversato quasi un secolo di storia, mantenendo intatto il suo fascino e rinnovando ogni anno il suo ruolo nel panorama cinematografico internazionale.

1932: l’anno della prima proiezione

Il Festival del Cinema di Venezia nasce ufficialmente il 6 agosto 1932, con la proiezione del film “Dr. Jekyll and Mr. Hyde” di Rouben Mamoulian, nella terrazza dell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia.
L’evento era parte del programma della 18ª Esposizione Internazionale d’Arte, organizzata dalla Biennale di Venezia.

A idearlo furono:

  • Giuseppe Volpi, industriale e presidente della Biennale,
  • Luciano De Feo, segretario dell’Istituto Internazionale per il Cinema Educativo,
  • e Antonio Maraini, segretario generale della Biennale.

La manifestazione, chiamata “1ª Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica”, durò dal 6 al 21 agosto 1932 e segnò l’inizio di una storia che avrebbe cambiato per sempre il rapporto tra il cinema e le arti visive.

Un festival nato per elevare il cinema a forma d’arte

L’obiettivo era ambizioso: legittimare il cinema come arte, al pari di pittura e scultura.
In un’epoca in cui il cinema era ancora percepito come intrattenimento popolare, la Mostra di Venezia ne riconobbe fin da subito il valore estetico e culturale. Un’intuizione che avrebbe ispirato tutti gli altri festival cinematografici del mondo.

Un evento internazionale fin dalla prima edizione

La prima edizione non prevedeva premi ufficiali, ma già allora si respirava un’atmosfera internazionale. Furono proiettati 18 film da 7 paesi, tra cui Stati Uniti, Francia, Germania, Italia e URSS. Il pubblico votava le pellicole preferite in maniera informale.
Da lì in poi, il passo verso l’istituzionalizzazione fu breve.

Nel 1934 arrivano i primi premi. Dal 1935 il Festival diventa annuale. E nel 1937 viene costruito il Palazzo del Cinemaal Lido, ancora oggi cuore pulsante dell’evento.

Dalla Coppa Mussolini al Leone d’Oro

Il primo premio ufficiale fu la Coppa Mussolini, assegnata fino al 1942. Dopo l’interruzione durante la guerra, il Festival riprese nel 1946, adottando un nuovo simbolo: il Leone d’Oro, ispirato al leone alato di San Marco, emblema della città.

Negli anni, il Festival ha premiato registi e opere entrate nella storia del cinema: da Kurosawa a Fellini, da Jane Campion a Sofia Coppola, fino a registi contemporanei come Yorgos Lanthimos, Chloé Zhao e Luca Guadagnino.

Oggi: tra star, creator e cultura pop

Oggi il Festival del Cinema di Venezia non è solo una vetrina per il cinema d’autore, ma un crocevia tra arte e cultura pop.
Il red carpet del Lido è frequentato da attori, registi, modelle e sempre più spesso da influencer e creator digitali, chiamati a raccontare il festival a una nuova generazione, fatta di storie, Reels e TikTok.

Le maison di moda scelgono il Festival per far sfilare i propri ambassador, le testate beauty analizzano ogni dettaglio di hair e makeup, e le piattaforme streaming presentano le loro anteprime internazionali, spesso in concorso.

Eppure, nonostante i cambiamenti, Venezia resta una delle poche manifestazioni in cui la forma incontra ancora il contenuto. Dove l’apparenza non ha ancora offuscato l’intenzione originale: quella di celebrare il cinema come arte che riflette, racconta, provoca.

Un ponte tra passato e futuro

Dalla proiezione all’Excelsior nel 1932 agli outfit virali su Instagram nel 2025, il Festival del Cinema di Venezia è rimasto fedele a sé stesso, pur evolvendosi con i tempi.

Un luogo dove convivono glamour e impegno, moda e memoria, tradizione e sperimentazione.
E che ogni anno, con i suoi riflessi sull’acqua e sulle pellicole, continua a ricordarci che il cinema, anche nel tempo dei social, resta ancora la più potente forma di racconto collettivo.

1/09/2025

di redazione digital