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SOS cicatrici post-intervento: migliorarle con la dermocosmesi si può

09 venerdì 2024 visualizzazioni:

Quando si subisce un intervento chirurgico, soprattutto in campo oncologico, oltre all’invasività dell’operazione c’è da gestire la “traccia”, sia estetica che funzionale, della cicatrice, che può lasciare un antiestetico ricordo ma anche disagi con infiammazioni, prurito, fastidio per lungo tempo. La dermocosmesi oggi però, con tecniche e prodotti innovativi anche naturali, può fare molto per contenere o eliminare queste conseguenze, portando un beneficio concreto nella vita quotidiana a chi le porta sulla propria pelle.

Cos’è la cicatrice

La cicatrice è un segno sulla pelle causato dall’intervento chirurgico o anche, nel caso dell’oncologia, da una successiva terapia. Quando si parla di trattamento delle cicatrici, prima ancora di iniziare, bisogna premettere che è importantissima la mano del chirurgo che deve allineare i lembi della ferita sullo stesso piano per favorire una cicatrizzazione il più possibile ottimale.

La cicatrizzazione è un processo di riparazione che mette in moto la pelle, in risposta ad un trauma, in questo caso, l’intervento chirurgico. Può essere diviso in diverse fasi: una fase infiammatoria, una fase proliferativa ed una fase di rimodellamento.

“La dermocosmesi entra in gioco in quest’ultima fase”. Spiega Myriam Mazza, Cosmetologa, Farmacista e Presidente dell’Associazione Ricomincio da me, pensata per le donne che hanno subito interventi o terapie oncologiche. “Un corretto accudimento della cicatrice può infatti permettere una risoluzione ottimale della problematica”.

Il trattamento dermocosmetico di una cicatrice però, va detto, inizia nella “fase di rimodellamento”, e può durare anche due/tre anni. È un trattamento lungo che va monitorato e tenuto sotto controllo per diverso tempo per non scaturire in una cicatrice patologica”.

Le cicatrici patologiche

Le cicatrici patologiche si possono suddividerle in tre tipi: atrofiche, ipertrofiche e cheloidi.

“Le cicatrici atrofiche – continua l’esperta – sono piccole, piatte e, soprattutto, depresse rispetto all’epidermide. La pelle in questa zona è priva di elasticità: ecco perché il protocollo dermocosmetico deve consigliare prodotti ricchi di sostanze emollienti ed elasticizzanti. Devono essere trattate continuamente proprio perché l’effetto cosmetico non è permanente e soprattutto scompare nel tempo. La cicatrice ipertrofica ha invece un rilievo ingrossato (a causa un’eccessiva produzione di collagene); è arrossata e, soprattutto, provoca prurito e a volte anche dolore. Se questa cicatrice inizia a debordare allora diventa cheloidea (con margini irregolari, completamente debordata ed antiestetica). Essa viene trattata con un intervento medico o attraverso delle infiltrazioni o con l’asportazione chirurgica”.

Come la dermocosmesi può venire in aiuto

L’accudimento dermocosmetico delle cicatrici è un lavoro importante, di aiuto e mantenimento. “Possiamo innanzitutto parlare di prevenzione con delle “abitudini cosmetiche” da attuare. Nelle prime 48/56 ore dopo un intervento, per esempio, non bisogna toccare la zona operata. Sono vietati docce, bagni e l’utilizzo di prodotti che non siano consigliati dal medico. È una fase delicata in cui – ammonisce Mazza – non si deve sbagliare anche perché il rischio di infezioni è altissimo. Possiamo invece intervenire con accudimento dermocosmetico dopo il quindicesimo giorno dall’intervento, anche su cute lesa con i prodotti più appropriati. Spesso poi, vengono consigliati cerotti, anche in silicone, che impediscono la veloce attività proliferativa dei fibroblasti e, di conseguenza, una iperproduzione di collagene. È importante nel cambio cerotto toccare o massaggiare la cicatrice nel giusto modo, con un gesto delicato e leggero, pari ad uno sfioramento. Diverse volte in questi anni ho constatato la paura nelle persone, che non avendo avuto istruzioni, avevano addirittura paura per lavarsi, rinunciando a questo atto fondamentale. Parole chiave saranno: igiene e delicatezza”.

L’igiene è di fondamentale importanza: “La scelta del detergente giusto è molto importante, – continua quindi Mazza – e sicuramente serve optare per prodotti dermoaffini come oli detergenti o un burro con capacità lenitiva e liporestituente, dalla texture leggera, e quindi facilmente spalmabile. L’accudimento della cicatrice però richiede un approccio multidisciplinare con il medico e/o con il dermatologo. Un giusto consiglio è quindi quello per un protocollo personalizzato che preveda prodotti ricchi di miscele di oli vegetali (ad es. olio di mandorle dolci, olio di riso), prodotti che contengano vitamina E, acido ialuronico, biolipidi vegetali e sostanze ad azione antinfiammatoria. Fa capolino negli ultimi anni, in una ricerca cosmetica sempre più performante, la scelta di sostanze naturali e insolite come l’estratto di cipolla”. In caso di prurito, si può utilizzare uno spray specifico a base di acqua termale e vitamine, efficace nelle situazioni sia acute che prolungate.

Fondamentale poi, proteggere la cicatrice dall’esposizione solare con una crema a fattore di protezione non inferiore a 50 per evitare la comparsa di macchie nella zona circostante. “È importante scegliere una referenza dalla texture leggera, che non crei prurito e quindi il grattamento, meglio se resistente all’acqua e al sudore, senza profumo, con assorbimento rapido ed impercettibile sulla pelle e ricca di ingredienti come acido ialuronico, acqua termale e pro-vitamina E”.

Quanto sia importante il trattamento corretto di una cicatrice nella vita di un paziente post-intervento, lo racconta Myriam con la sua paziente Vanessa, 42 anni di Catania, dopo un intervento al seno:

“Ho conosciuto Vanessa, operata nel 2018 a 42 anni per carcinoma e sottoposta a sedute di chemio e radioterapia, solo dopo due anni dalla fine delle cure, – riporta la dottoressa – era psicologicamente e fisicamente molto provata da un intervento molto impattante per la vita di una donna. Non aveva mai ricevuto consigli nè seguito un protocollo cosmetico, nonostante i noti effetti collaterali delle terapie. Causa covid, la ricostruzione del seno era stata anche rimandata complicando lo stato generale dei tessuti e il suo generale approccio al concetto di benessere. Desiderosa di ritrovare l’armonia con il suo corpo, nel 2023 ha iniziato il trattamento delle sue cicatrici, con prodotti detergenti, emollienti e lenitivi a base di oli vegetali, acido ialuronico e vitamine. Il suo protocollo è durato 9 mesi, e oggi, a circa un anno, i benefici raggiunti sono chiaramente percepibili”.

“Il cancro al seno ti cambia la vita. – confessa Vanessa – La mastectomia ti cambia la vita, ma se è il prezzo che devi pagare per vivere, vivi. Quelle cicatrici orrende erano però sempre con me. Non solo brutte esteticamente ma anche fastidiose, ed erano anche cicatrici “emotive”. Con la dermocosmesi ho ritrovato serenità perché quel segno, oltre a portarmi dei fastidi fisici, rappresentava anche il ricordo indelebile di un momento doloroso”.

di redazione digital

9/02/2024