La men’s collection Spring/Summer 2026 che non ci si aspettava: tra show incandescenti, presentazioni caotiche e runway uniche e creative, anche questa volta Milano si illumina e fa parlare di sé. Lo fa con look memorabili, personaggi internazionali e momenti da ricordare. E soprattutto, lo fa con la leggerezza intelligente di chi sa prendersi sul serio… senza prendersi troppo sul serio.
DOLCE & GABBANA: Pyjama Boys
Dolce & Gabbana si prende letteralmente la città: la loro sfilata, partendo dal Metropol si è svolta anche lungo viale Piave, tra stupore, flash e un’estetica da film estivo italiano. Ma lo show non era solo la location: era pura sensualità disinvolta, con il pigiama a dominare la scena. Liscio, elegante, fluido, con pantaloni lunghi o shorts, arricchito da paillettes, perline, pietre e dettagli brillanti.
Tutto giocava sull’equilibrio: tra il casual e il formale, tra le righe e il pois, tra l’animalier e la purezza dei tagli. A completare i look, cappotti abbondanti dal tocco teatrale, perfetti sopra i set “pyjama glam”. La collezione di Dolce & Gabbana Spring Summer 2026 è stata un inno al comfort fatto moda, con la loro firma inconfondibile: esuberanza raffinata.

PDF: Free-Dom
Domenico Formichetti non presenta semplicemente una collezione. Presenta un’idea, una visione che parte dalla prigione mentale per arrivare alla libertà creativa. Con FREE-DOM, PDF mette in scena uno show forte, coraggioso che non vuole solo presentare una collezione, ma raccontare un mondo più personale e lasciare il segno. In un cortile che ricorda un carcere, figure si muovono come pensieri intrappolati. Poi la gabbia si apre, e da lì tutto esplode: capi molto ampi, colori che esplodono da tutte le parti, texture più ricche, scarpe che parlano quanto i vestiti, e grande attenzione ai dettagli.
Il mood è potente, ma non autocelebrativo. «Volevo rendere visibile la mia mente», ha detto Formichetti. E ci è riuscito. Con un cast che include Rafael Leão, Tony Effe, Stefon Diggs e Alvin Kamara. Ribelli, amici, atleti, artisti: tutti parte di una comunità che non ha paura di mostrarsi vulnerabile e bella.

PRONOUNCE: Kite
Lo show di Pronounce si è tenuto in uno dei luoghi più raffinati della città: la Fondazione Sozzani. Un setting perfetto per una collezione che è tutto un gioco di contrasti: streetwear e dall’altra parte sartoriale, colori pastello affiancano neri profondi, rigidità e trasparenze.
I due designer, Yushan Li e Jun Zhou, hanno dimostrato ancora una volta di saper mixare mondi apparentemente lontani. Presenti completi con pantaloni corti, dettagli in ecopelle, giacche dalle linee architettoniche e capi fluttuanti come nuvole. Tutto parlava una lingua internazionale, ma con forti radici asiatiche e un’anima sempre più milanese.

PRADA: Prada Spring Summer 2026 Menswear collection
Miuccia Prada e Raf Simons ci raccontano di un mondo dove tutto è più leggero, più giocoso e più vero. La collezione è una risposta morbida a un mondo sempre più duro. Un invito all’ironia e all’introspezione. In passerella: short elasticizzati come mutandine retrò, stampe naïf, cappelli conici in rafia e flip-flops.
Ma niente è mai banale da Prada: la scelta di silhouette destrutturate e colori che spaziano dal neutro al lime acceso crea un linguaggio visivo empatico e libero. Una moda che non urla, ma parla.

GIORGIO ARMANI: Giorgio Armani Spring Summer 2026 Menswear collection
Lui non c’era fisicamente, ma il suo spirito sì. Per la prima volta in quasi cinquant’anni, Giorgio Armani non ha chiuso la sua sfilata in persona, ma la sua Moda era lì. In una collezione che ha il profumo delle vacanze chic e delle notti d’estate in città.
Silhouette morbide, lino e seta, palette sabbia e blu oceano, tuniche fluide, sandali in corda, e quel tocco esotico che resta sempre sobrio. Leo Dell’Orco ha raccolto gli applausi finali, ma tutti sapevamo che era Re Giorgio a scrivere ogni punto di quella poesia visiva.
Milano non ha solo presentato abiti. Ma grazie alle presentazioni, agli eventi e alle sfilate ha raccontato emozioni, idee e rivoluzioni personali. Dall’eleganza rilassata di Armani alla delicatezza di Prada, passando per l’esplosione mentale di Formichetti e i sogni in pigiama firmati Dolce & Gabbana, fino alla sperimentazione internazionale di Pronounce: la moda uomo 2026 non si prende troppo sul serio e proprio per questo, funziona da impazzire.
di Giulia Taidelli
23/06/2025